In questa fine 2010 arrivano dall’Unione europea notizie importanti per le imprese, sui fronti della semplificazione amministrativa e della lotta alla contraffazione. Spicca su tutte la conclusione dell’accordo tra l’Unione europea e gli Stati Uniti per frenare il commercio di beni contraffatti e piratati, stimato a un valore di 250 miliardi di dollari all’anno. Le altre novità contribuiscono alla semplificazione di alcune procedure legate all’attività delle imprese sul mercato interno, come quelle sulle controversie transfrontaliere o il riconoscimento di documenti nei Paesi dell’Unione.
Nel quadro della cooperazione tra gli UE e gli USA venerdì scorso è stato inaugurato un nuovo sito web, il “TransAtlantic IPR Portal”, per proteggere i diritti delle imprese sulla proprietà dei marchi e commercializzare i loro prodotti in altri paesi. Ne trarranno beneficio soprattutto le imprese di media e piccola dimensione, come ha sottolineato il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per l’Industria e l’imprenditoria.
L’obiettivo del sito web (http://ec.europa.eu/enterprise/initiatives/ipr/index_en.htm) è aiutare le imprese europee ed americane a fare pieno uso di tutte le risorse e di tutti gli strumenti in tema di diritti di proprietà intellettuale (DPI) sviluppati su entrambe le sponde dell’Atlantico. Ciò consentirà alle PMI di proteggere le loro attività immateriali – marchi, marchi registrati e brevetti – prima di accedere ai mercati stranieri e di adottare misure preventive. Il sito web offrirà consigli, ‘kit per paese’ sulla protezione dei DPI in più di venti mercati del mondo e guide su misura per diversi settori, tra cui quello tessile, dei pellami, delle calzature e del mobile.
Sul lato semplificazione, la prima novità riguarda le procedure sulle controversie transfrontaliere. Oggi soltanto un’impresa europea su 4 si lancia nell’avventura del commercio oltre frontiera, malgrado il mercato interno sia una realtà. Da un recente sondaggio emerge che quasi il 40% delle imprese sarebbe più propenso a operare al di fuori del proprio mercato nazionale se le procedure di composizione delle controversie all’estero fossero semplificate. Eliminare gli ostacoli burocratici che generano costi supplementari e pregiudicano la certezza del diritto per le imprese è fondamentale. La Commissione ha appena approvato la riforma di un regolamento del 2001, che permette di riconoscere in uno Stato dell’UE le decisioni giudiziarie pronunciate in un altro Paese.
Le modifiche principali riguardano l’abolizione dell’exequatur, il procedimento oneroso che può costare fino a 12 700 euro tra onorari di avvocati, spese di traduzione e spese giudiziarie e durare mesi, nonostante sia quasi sempre una mera formalità. La Commissione propone di abolirlo, e in futuro le decisioni in materia civile e commerciale pronunciate da un giudice di uno Stato saranno quindi immediatamente esecutive in tutta l’UE. Le altre novità riguardano la tutela dei consumatori nelle controversie con controparti di paesi terzi, la certezza giuridica agli accordi di scelta del foro conclusi tra imprese, e la competitività del settore dell’arbitrato in Europa.
Novità anche sul fronte degli ostacoli di natura burocratica legati a decisioni giudiziarie, atti di proprietà, traduzione di certificati personali o riconoscimenti vari all’interno dell’UE: il riconoscimento ufficiale dei documenti pubblici dà adito a numerose lagnanze. Sono in vigore tasse, richieste di documenti che a volte nei Paesi d’origine non esistono, o richieste varie che nella vita di tutti i giorni ostacolano la libera circolazione. In vista di intervenire con una forte opera di semplificazione, la Commissione consulta fino al 30 aprile il pubblico su come fare per migliorare la libera circolazione dei documenti pubblici e il riconoscimento transfrontaliero degli atti di stato civile.
Matteo Fornara
Rappresentanza a Milano della Commissione Europea
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