La Lombardia è la regione che più contribuisce alla ricchezza del nostro Paese. Nel 2008, alla vigilia della crisi, il sistema lombardo ha prodotto più di un quinto del pil nazionale, confermando lo stato di salute in cui versavano le sue imprese, capaci di far fronte anche alla concorrenza proveniente dai Paesi emergenti.
La Lombardia è anche la piattaforma logistica più importante del Paese. Nel 2008, il valore delle merci esportato dalla regione ha superato la soglia dei 100 miliardi di euro che, in termini percentuali, rappresenta il 28% delle esportazioni italiane, a conferma della vocazione della Lombardia a essere il canale privilegiato di interfaccia del sistema produttivo con il resto del mondo. Tale evidenza è confermata anche dal dato sulle importazioni e da quello sui flussi di capitale in entrata che, anche grazie alla presenza della Piazza Finanziaria milanese, sono catalizzati nella nostra regione (65% del totale nazionale), con ricadute positive per tutto il sistema, a cominciare dalla presenza di imprese a controllo estero, veicolo e incubatore di competenze e professionalità.
Le protagoniste di questo sviluppo sono le piccole e medie imprese (PMI), che hanno dimostrato nel tempo una forte capacità di resistenza, scegliendo a volte una posizione prudente e “attendista”, altre una più propensa a cimentarsi con nuove sfide, Mobdro Download senza mai rinunciare alle proprie peculiarità: un’identità tra famiglia e impresa che contribuisce a saldare le radici territoriali dello sviluppo, l’attenzione per la cura e la qualità dei prodotti, oggetto di un continuo processo di miglioria, la preferenza per le relazioni impostate sulla fiducia piuttosto che sul formalismo richiesto dai meccanismi di mercato.
Il “tesoro lombardo”, il patrimonio di piccole imprese ereditato dal passato, non è certo estraneo ai processi di trasformazione che hanno interessato le economie avanzate nell’ultimo decennio, dall’introduzione della moneta unica alla caduta dei giganti finanziari di oltre Oceano, ma fino all’inizio della crisi economico-finanziaria, il sistema produttivo lombardo, pur interessato da processi di riposizionamento delle filiere produttive e da fenomeni di deindustrializzazione, ha conservato con tenacia le proprie caratteristiche strutturali. Non si è quindi assistito nella nostra regione a quel processo di metamorfosi che ha espulso, come avvenuto in altre parti del mondo, la produzione manifatturiera, e con essa migliaia di piccole imprese e artigiani. E l’outsourcing e la delocalizzazione (off shoring), processi quasi irreversibili, hanno certamente depotenziato il settore industriale, senza tuttavia intaccarne le eccellenze.
Ciò non autorizza a concludere che il sistema produttivo lombardo non soffra la crisi attuale; semmai costringe i migliaia di piccoli imprenditori a confrontarsi con mercati sempre più concorrenziali, dove i nuovi attori vengono dalla Cina e dagli altri Paesi emergenti, con costi della manodopera bassi ma anche con una grande determinazione a competere su fasce di prodotto medio alte. Ne consegue che le piccole imprese e il sistema produttivo lombardo affrontano oggi una sfida decisiva.
Un punto fermo, che fa ben sperare per il futuro, è la vivacità, mai sopita, del tessuto imprenditoriale lombardo, confermata sia dall’elevato numero di imprese (industriali e di servizio) presenti sul territorio, sia dalla capacità di generare nuove imprese che consente di conservare intatto il patrimonio produttivo e di mantenerne inalterata l’identità.
La dotazione di risorse imprenditoriali è considerevole. Secondo Infocamere, nel 2008, in Lombardia erano attive 830.213 imprese: 8,5 imprese ogni 100 abitanti, pari a circa il 15,6% del totale delle imprese italiane.
L’imprenditorialità diffusa, che travalica la piccola dimensione, rappresenta un pilastro insostituibile della società lombarda. A ben vedere è proprio la spinta all’imprenditorialità, al fare bene, al lavoro di qualità che ha portato la Lombardia a essere una delle regioni che costituiscono il cuore produttivo dell’Europa.
L’evoluzione del sistema lombardo è segnata anche dall’ascesa di una classe di imprese di medie dimensioni che hanno conquistato importanti posizioni di leadership sui mercati di tutto il mondo. Queste imprese coniugano la flessibilità propria della piccola impresa con una spiccata managerialità e un’attitudine all’internazionalizzazione e all’innovazione che si trovano quasi esclusivamente nelle grandi imprese.
La media impresa funge così da collante tra sistema frammentato delle piccole imprese e mercati internazionali, facendosi timoniere delle filiere di produzione sovente a base territoriale che costituiscono uno dei punti di forza del tessuto produttivo lombardo. Mobdro App for PC Imprenditorialità diffusa, medie imprese e distretti industriali sono parte integrante di quel “tesoro” che oggi rappresenta la garanzia per la ripresa. Ripresa che per altro già mostra alcuni segnali e che ci auguriamo possa consolidarsi nei primi mesi del 2010.
Lo slancio per una più decisa ripartenza potrebbe venire dal mercato estero che negli ultimi anni ha dato molte soddisfazioni alle imprese lombarde. Gli ultimi dati diffusi dall’ISTAT su ordinativi e fatturato dell’industria confermano che ancora una volta è la domanda internazionale a essere più dinamica e da questo punto di vista il sistema produttivo regionale ha le carte in regola, non solo per il volume delle esportazioni, ma anche per la maturazione del processo di internazionalizzazione avviato dalle sue imprese. Con la crisi del mercato americano, dovuto anche alla forza della moneta europea, le imprese lombarde hanno, infatti, cercato altri mercati di sbocco, trovandoli nell’Estremo Oriente, in Russia e in India., a riprova del fatto che l’export lombardo ha un elevato contenuto tecnologico, incorpora cioè conoscenza e innovazione, e vanta un’ottima capacità di penetrazione di mercati geograficamente e culturalmente distanti dal nostro.
Le imprese lombarde hanno così dato prova della capacità di adattarsi alle nuove situazioni e di riuscire a superare ostacoli e barriere apparentemente insormontabili. Su questa capacità di affrontare e vincere le sfide si fonda la speranza per un “rinascimento” duraturo.
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