Il 9 ottobre 2014 è una data importante per tutti coloro che hanno a che fare, a vario titolo, con il settore dei RAEE. Entrano infatti a regime alcuni obblighi introdotti dal decreto legislativo 14 marzo 2014 n. 49 che – in attuazione della direttiva 2012/19/Ue – disciplina la gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Una delle principali novità del decreto è la progressiva estensione dell’ambito di applicazione della norma. In una prima fase, alle tradizionali dieci categorie di prodotti si affiancheranno i pannelli fotovoltaici, mentre a partire dal 15 agosto 2018 la norma sarà applicata a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche per le quali non sia prevista una specifica esenzione.
Spiega Paolo Pipere, Responsabile Servizio Ambiente ed Ecosostenibilità Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Milano: “L’obiettivo generale della normativa è quello di ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, attraverso l’introduzione di un sistema di raccolta differenziata che ne agevoli il riutilizzo, il riciclaggio e altre forme di recupero”.
L’Italia è tra i primi paesi europei a recepire la direttiva, che prevede una serie di obblighi precisi per i produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, vale a dire chi fabbrica, rivende con proprio marchio oppure importa o immette per primo nel territorio nazionale (anche online) i prodotti in questione. “La norma esprime il principio della responsabilità estesa dei produttori – spiega Pipere – che sono chiamati a garantire e finanziare il recupero e lo smaltimento dei prodotti introdotti sul mercato, una volta che questi arrivano a fine vita. La decisione di imputare il costo di raccolta differenziata e recupero ai produttori ha come obiettivo finale quello di spingerli ad adottare accorgimenti specifici per introdurre sul mercato prodotti più facili da riciclare”.
I produttori saranno inoltre tenuti a fornire ai consumatori e agli utilizzatori professionali tutta una serie di informazioni su come gestire correttamente il prodotto una volta finito il suo ciclo di utilizzo, per evitare che generi impatti ambientali. “Entro il 9 di ottobre – spiega Pipere – su tutti gli apparecchi elettrici ed elettronici immessi in vendita dovranno essere apposti il simbolo del cassonetto barrato e gli estremi identificativi del produttore o il suo numero di iscrizione al Registro RAEE tenuto dalle Camere di Commercio. Ovviamente, questo comporta una serie di problematiche per il produttore, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei beni prodotti prima dell’entrata in vigore del decreto, che dovranno essere nuovamente marchiati prima della vendita”. Sempre entro il 9 ottobre 2014, i produttori dovranno anche aderire a un sistema collettivo per la gestione dei RAEE, oppure provvedere ad organizzare un sistema individuale di raccolta e recupero dei rifiuti a livello aziendale.
Per chi decide di operare in maniera individuale, sarà necessario adempiere a tutti i requisiti previsti dal decreto e fornire le garanzie necessarie (anche a livello economico) per ottenere l’autorizzazione da parte del Ministero dell’Ambiente.
La violazione degli obblighi previsti dal decreto è punita con sanzioni di diversa entità: sono previste sanzioni per chi immette sul mercato prodotti senza marcatura (da 200 a 1000 euro per ciascun prodotto) o senza rispettare gli standard grafici del marchio fissati dalla legge. Multe anche per chi non si iscrive al registro RAEE o per chi non provvede a organizzare e finanziare il sistema di raccolta dei prodotti entro il 9 ottobre. Il quest’ultimo caso, la sanzione può andare dai 30.000 ai 100.000 euro.
Oltre ai problemi di adeguamento da parte dei produttori – che hanno avuto pochi mesi per conformarsi a quanto previsto dalla nuova normativa – il decreto 49/2014 presenta una serie di problematiche connesse all’identificazione degli apparecchi inclusi nel nuovo sistema. “In passato sono stati forniti dei chiarimenti a livello europeo sull’interpretazione delle direttive – conclude Pipere – mentre nell’ultima versione del documento interpretativo elaborato dalla Commissione alcuni criteri sono stati modificati e non sempre c’è coerenza con il passato. Inoltre, l’Italia ha introdotto l’obbligo di marcatura con l’identificativo del produttore – non previsto invece dagli altri stati – e questo può creare delle difficoltà per le imprese che vendono i propri prodotti all’estero”
“Il new waste introduce, per le nuove immissioni di apparecchiature elettriche ed elettroniche, la logica della responsabilità individuale. – commenta Nicola Marzaro, presidente Assofoodtec e presidente del consorzio Ecoatsa, Consorzio per la raccolta e lo smaltimento di macchine per il settore alimentare – Essere chiamati alla responsabilità diretta del ‘debito ambientale’ innescato dall’immissione sul mercato di un nuovo prodotto implica un cambiamento globale nella gestione del ciclo attivo. Le aziende sono infatti incoraggiate a rivedere l’intero processo produttivo, dalla selezione dei fornitori a quella dei materiali, dalla gestione della tracciabilità a quella della raccolta del prodotto a fine vita. La sfida più importante sarà proprio quella di riuscire a gestire efficacemente ed in modo economicamente sostenibile il sistema di raccolta, in particolare per quanto riguarda l’accantonamento di riserve finanziarie da dedicare allo smaltimento dei rifiuti.
Il momento della raccolta e smaltimento dei RAEE è particolarmente problematico per il settore delle apparecchiature professionali, dato che di solito si colloca a parecchi anni di distanza dalla data di immissione nel mercato del prodotto. In questo senso i Sistemi Collettivi RAEE – come Ecoatsa ed Ecocaffè, consorzi costituiti nel 2005 in ambito Assofoodtec – rappresentano un supporto notevole alle aziende per l’adempimento di tutti gli obblighi previsti dalla normativa: “I Sistemi Collettivi RAEE – conclude Marzaro – si occupano di gestire il ritiro, il trasporto, il trattamento ed il recupero degli apparecchi, controllando che tutte le attività di riciclo siano svolte nel rispetto della legge, garantendo la copertura finanziaria del processo e impegnandosi per raggiungere specifici obiettivi di recupero dei RAEE trattati”.
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