Le organizzazioni di rappresentanza dei professionisti a breve renderanno disponibile una guida per evitare comportamenti disomogenei e fare ulteriore chiarezza sulla gestione del rapporto con i clienti non obbligati al green pass
di Franco Metta
Il nuovo decreto approvato dal Consiglio dei ministri stabilisce l’obbligo di green pass per «chiunque svolge un’attività lavorativa nel settore privato ai fini dell’accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta».
Gli ordini e le associazioni di professionisti desiderano però fare chiarezza sulla gestione del rapporto con i clienti, a oggi senza obbligo di green pass anche per evitare nuove responsabilità ed eventuali sanzioni.
Per questo tutte le organizzazioni di rappresentanza, da Confprofessioni al Consiglio nazionale dei commercialisti, passando per quello dei consulenti del lavoro e le varie associazioni professionali, produrranno a breve un documento per definire meglio le regole che i professionisti dovranno seguire.
«I punti più preoccupanti – afferma Maria Pia Nucera, presidente dell’Associazione dottori commercialisti – sono il rapporto con la clientela e la gestione dei controlli. La soluzione scelta dal governo è condivisibile, siamo favorevoli al green pass, ma abbiamo bisogno di maggiore chiarezza. Inoltre, vorremmo capire perché c’è differenza di trattamento tra lavoratori pubblici e privati, con i primi che avranno più tempo per mettersi in regola rispetto ai secondi».
Giornalista professionista, dal 1988 ha lavorato per le più prestigiose testate del Gruppo Editoriale Jackson e della Vnu Bpi: prima quelle informatiche (Bit, Cvg, Pc Magazine), successivamente quelle b2b (Imballaggio, Automazione Oggi, Elettronica Oggi). Appassionato di tecnologia e di computer dai tempi del Db3 Plus, segue con interesse le notizie che riguardano l’economia e il mondo delle imprese.