I dati pubblicati da Transparency International sulla percezione del fenomeno corruttivo pongono l’Italia al 72° posto su 174 paesi valutati, con un peggioramento rispetto alla precedente rilevazione che ci vedeva al 69° posto (a pari merito con il Ghana e la Macedonia): un quadro certamente non roseo, che giustifica l’importante tentativo di rafforzare la disciplina della lotta alla corruzione tramite la Legge 6 novembre 2012 n. 190.
Questa legge delinea una riforma organica della materia, diretta a implementare l’apparato preventivo e repressivo “della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”: attorno ad essa si svilupperà il convegno in programma alla LIUC – Università Cattaneo il prossimo giovedì 23 maggio, promosso dalla Scuola di Diritto.
Frutto di un lungo e articolato procedimento legislativo, la riforma modifica il “sistema anticorruzione” italiano sulla spinta degli impegni assunti con la Convenzione di Merida delle Nazioni Unite sulla corruzione e con la Convenzione penale sulla corruzione elaborata nell’ambito del Consiglio di Europa.
Sia a fini repressivi sia a fini preventivi, vengono introdotte nuove incriminazioni dirette ai soggetti privati, nonché un sistema di “organizzazione” della Pubblica Amministrazione diretto a garantire un maggior rigore.
Il Convegno si pone l’obiettivo di discutere analiticamente i diversi profili (di Diritto internazionale, penale, amministrativo, privato, commerciale e tributario) su cui questa riforma ha avuto e avrà un importante impatto.
Con questo appuntamento, la Scuola di Diritto della LIUC inaugura una serie di appuntamenti annuali dedicati a temi giuridici di attualità e particolare interesse, intorno ai quali i docenti del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza della LIUC sono chiamati a dibattere e formulare, da prospettive diverse, chiavi di lettura, spunti critici e soluzioni ricostruttive.
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