L’intesa consente alle imprese associate a Confapi Varese di applicare, per l’ anno 2013, l’agevolazione fiscale a beneficio dei lavoratori che usufruiranno di una minore tassazione per il trattamento economico percepito sulle componenti della retribuzione legate alla produttività. Grazie all’accordo su alcune voci salariali (il lavoro notturno e festivo, le indennità di turno e il lavoro supplementare, quello che va al di là del part-time contrattualmente stabilito. In pratica, quelle forme di flessibilità che sono correlate ad aumenti di produttività, efficienza e innovazione organizzativa) i lavoratori percepiranno una retribuzione netta superiore in funzione di un prelievo fisso del 10% in luogo delle normali aliquote Irpef, mediamente del 27% circa..
Confapi Varese, CGIL, CISL e UIL hanno dato pronta attuazione ad un protocollo definito a livello nazionale, fornendo tempestivamente ad aziende e lavoratori uno strumento operativo che, nel rispetto dei disposti legislativi in tema, permette un miglioramento delle condizioni retributive a parità di costi aziendali. Le imprese del sistema di rappresentanza di Confapi Varese potranno applicare l’agevolazione fiscale in relazione alle voci retributive erogate a fronte di prestazioni lavorative diverse da quelle rese in osservanza degli orari di lavoro applicati in azienda. L’agevolazione sarà riconosciuta sulla quota di retribuzione corrisposta con le relative eventuali maggiorazioni come conseguenza della modifica dell’orario attuato in azienda, modifica che costituisce indicatore quantitativo di riferimento sulla base del quale applicare il regime fiscale di cui alla norma richiamata.
E’ altresì previsto che le imprese aderenti al sistema di rappresentanza di Confapi Varese prive di rappresentanze sindacali operanti in azienda possano, con l’assistenza dell’Associazione datoriale stipulare accordi con le Organizzazioni territoriali di categoria applicabili a tutti i dipendenti dell’ impresa.
Un aiuto alle Pmi, anche se non mancano nuovi “paletti” introdotti a livello statale per via della carenza dei fondi che dovranno comunque garantire il medesimo gettito Irpef. Piero Baggi ha specificato che gli stanziamenti nazionali per l’anno in corso sono di 950 milioni di euro, l’anno prossimo saranno 600 e nel 2015 solo 200 milioni.
Inoltre saranno beneficiari quei lavoratori che nel 2012 hanno percepito redditi lordi inferiori ai 40mila euro e l’importo massimo detassabile sarà di 2.500 euro, mentre l’anno passato ammontava fino a 4mila euro.
Un progressivo irrigidimento che prevede l’aumento della produttività rispetto all’anno precedente come regola base.
“Questo accordo è una freccia in più per cercare di dare più valore a stipendi e favorire il consumo interno – ha commentato il presidente Franco Colombo -. Certo ci sono interpretazioni più strette e limitazioni per la minore quantità di fondi a disposizione e non resta che prendere questo in attesa di un’autentica politica economica che si decida a sgravare la tassazione a imprese e lavoratori”.
Carmela Tascone, della Cisl, vede l’accordo “positivo ma ristretto” per via delle regole statali:”da tempo chiediamo di alleggerire le tasse sull’economia ma nulla si muove. Servono passi in avanti più significativi per garantire una domanda di consumo interna”.
E se Franco Stasi, Cgil, ha voluto sottolineare l’importanza delle relazioni tra sindacati e Confapi con “buone prassi” che cercano di tamponare i problemi esistenti, Antonio Albrizio della Uil si augura che il “tavolo del governo riesca finalmente ad arrivare a una riduzione fiscale sul lavoro per ridare slancio a consumi e occupazione”.
Nota positiva è che notostante i numerosi “paletti” le aziende dovrebbero comunque beneficiare degli sgravi:”Le imprese sono attualmente “tarate” al basso, col minimo della manodopera. Quindi, in caso di una buona commessa, le aziende attingono al lavoro straordinario e a turno a piene mani. E questo potrebbe fare scattare la detassazione”.
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