Il 6 Settembre scorso Confapi, rappresentata dal Presidente Maurizio Casasco, ha partecipato a Palazzo Chigi all’incontro preliminare sul Progetto Casa Italia, presieduto direttamente dal Presidente Matteo Renzi.
Al tavolo della Sala Verde sedevano anche i Segretari Generali di CGIL – CISL –UIL e UGL, il Presidente di Confindustria, ANCE, Confartigianato, Confcooperative e Rete Imprese Italia.
Il progetto che nasce dalla necessità di dare risposte concrete e coordinate alle popolazioni duramente colpite dal recente terremoto nell’Italia centrale ha ambizioni più vaste e più lungimiranti.
Come ha dichiarato il Premier, oltre alla ricostruzione, serve un cambio di mentalità poiché è sempre mancato finora un progetto Paese, basato sulla prevenzione. Si tratta quindi di un’inversione di tendenza, di una sfida che deve coinvolgere tutte le migliori forze. E’ per questa ragione che Renzi ha tenuto a presentarlo personalmente alle Associazioni datoriali più importanti e alle Organizzazioni sindacali.
Anche il famoso architetto Renzo Piano, con cui il Primo Ministro nei giorni seguenti al sisma si era incontrato e consigliato, ha sottolineato come si dovrebbe trattare di un progetto di lungo respiro che potrà arrivare a compimento solo tra un paio di generazioni. Un lasso di tempo in cui, grazie a prevenzione, educazione e investimenti, e guidati da una visione strategica, si potrebbe ridisegnare la nuova Italia dei prossimi decenni.
Nel corso del suo intervento, il Presidente Confapi Casasco ha espresso vivo apprezzamento per un progetto che, superando i tradizionali tempi della politica, richiama ad una comune responsabilità sociale sia la politica, sia i sindacati sia gli imprenditori. Ha tenuto a sottolineare come i piccoli e medi industriali siano da sempre legati al territorio e che, seppur troppo spesso dimenticati dal sistema, non si sottrarranno, come non si sono mai sottratti, ad un impegno civile purché serio, concreto e ben coordinato. Ha anche avanzato alcune proposte che potrebbero facilitare, nell’ottica delle PMI, l’attuazione del Piano, da dettagliare poi nei successivi tavoli tecnici.
In Casa Italia si immagina di inserire non solo i provvedimenti per l’adeguamento antisismico, ma anche gli investimenti sulle scuole, sulle periferie, sul dissesto idrogeologico, sulle bonifiche e sui depuratori, sulle strade e sulle ferrovie, sulle dighe, sulle case popolari, sugli impianti sportivi e la banda larga, sull’efficientamento energetico, sulle manutenzioni nonché sui beni culturali e sui simboli di città e paesi italiani.
La strada che si vorrebbe seguire è quella degli incentivi e defiscalizzazioni a lungo termine per incoraggiare, per esempio, l’intervento su abitazioni e immobili per l’impresa. Renzo Piano propone di facilitare tali lavori nel corso dei passaggi generazionali della proprietà dell’immobile.
Altro versante di interventi è quello sul patrimonio pubblico. I crolli, più o meno recenti, di edifici di uso pubblico stanno a dimostrare che purtroppo non vengono rispettate le norme e che bisogna intensificare il monitoraggio, il controllo e gli interventi su tutto il patrimonio pubblico esistente.
Il 16 settembre, nel corso del Forum Ambrosetti a Cernobbio, il Primo ministro ha anche annunciato che Giovanni Azzone, rettore del Politecnico di Milano, sarà alla guida di Casa Italia, per far sì che si trasformi in un progetto organico volto ad una manutenzione del nostro Paese all’altezza delle aspettative.
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