Un messaggio forte dall’Assemblea generale dell’Associazione delle Piccole e medie industrie: “Al Governo chiediamo gli strumenti per renderci veri imprenditori”
Un nuovo sviluppo è ancora possibile. Ma bisogna crederci. E se il loro impegno, la loro passione gli imprenditori di Varese sono pronti a mettercelo, servono le risposte della politica.
Questi i capisaldi dell’assemblea generale di Confapi Varese 2011 tenutasi lo scorso 24 giugno a Ville Ponti, aperta dai saluti del direttore generale Marco Praderio e centrata sull’intervento del presidente Franco Colombo che ha dettato le linee guida di una possibile ripresa da parte delle Pmi.
Inutile girarci attorno: l’immobilismo del Governo, contestato da molti, è un nodo da sciogliere per rilanciare l’economia della piccola e media impresa, quella che, come l’ha definita il ministro Roberto Maroni in un messaggio video mandato all’assemblea, “rappresenta il federalismo nel mondo dell’economia”.
Insomma, la costruzione dal basso della ricchezza. La ricchezza di tutti, perché se l’economia gira, ne beneficiano sia gli imprenditori che i lavoratori.
“A noi piace fare gli imprenditori – ha spiegato il presidente di Confapi Varese Franco Colombo – Se in Italia fare impresa è difficile, ed a volte sembra impossibile, noi andiamo avanti con il cuore, l’anima e il cervello, perché tutto è possibile. E la felicità di voltarsi alle spalle e vedere cosa è stato fatto è impagabile”.
E soprattutto l’imprenditore vero è quello che fa impresa per il suo territorio, non lo speculatore che delocalizza e pensa solo ai capitali finanziari.
“Vogliamo fare impresa – continua Colombo – e farla nel nostro territorio. Quello che è passato, il 2010, è stato un anno più difficile anche rispetto al 2009. Prima ci sentivamo tutti accomunati dalla crisi economica, eravamo parte di una crisi. Nel 2010 sono cominciati gli annunci della politica che spiegavano come la crisi fosse passata. Sensazione che non abbiamo avuto”.
I piccoli e medi imprenditori hanno continuato ad essere penalizzati dalla politica delle banche e dai problemi legati all’elefantiaca burocrazia italiana.
“Le banche ci hanno fatto pagare le difficoltà. Certo la moratoria dei debiti è stata qualcosa, ma oggi, con i pagamenti che ci chiedono, diventa ancora più difficile rispondere”.
“Non è il piagnisteo dell’imprenditore – precisa Colombo –. Noi abbiamo fatto quello che dovevamo, abbiamo tagliato le spese che in confronto Tremonti sembra una cicala. Ma la politica deve rispondere. È inaccettabile da parte di un imprenditore che un rifiuto debba essere rintracciabile, mentre un capo di abbigliamento no. Per carità non vogliamo disturbare grandi marche o importatori, ma parliamo semplicemente di esigenze basilari, per sopravvivere, lavorare e fare impresa”.
E poi la questione dell’Iva. “Un’impresa che dichiara l’Iva e i contributi e poi non li paga viene considerato un delinquente, senza porsi il problema che se fa tutto alla luce del sole forse non paga perché è in difficoltà. Altrimenti non avrebbe denunciato nemmeno di dovere quelle tasse”.
La richiesta di Confapi Varese è chiara: “Pagare l’Iva per cassa, e non per competenza. Forse causerà qualche difficoltà alle casse dello Stato, ma avrebbe giovato senza dare una visione di aiuto di Stato che è vietato”.
Poi gli strumenti proposti dal presidente: una giustizia certa, non 3 anni per una sentenza civile in un tribunale ordinario; liberalizzazioni e non privatizzazioni con creazioni di nuovi monopoli privati ancor peggiori di quelli pubblici; un fisco equo, che sia una risorsa da destinare a servizi reali sul territorio; infrastrutture, anche digitali, al passo con le necessità dell’economia; una politica energetica che ci faccia essere competitivi, con una visione di lungo spettro e che sia convincente per tutti e un federalismo che premi gli enti virtuosi, che tagli spesa pubblica improduttiva e non servizi utili.
All’assemblea sono intervenuti i politici locali e nazionali, che hanno sposato le tesi dell’assemblea. Il sottosegretario agli Interni Sonia Viale, il sindaco di Varese Attilio Fontana, l’assessore provinciale al lavoro Alessandro Fagioli ed il consigliere regionale della Lega Luciana Ruffinelli.
Messaggi video, oltre a quello di Maroni, del presidente della Lombardia Roberto Formigoni e del consigliere regionale del Pd Alessandro Alfieri.
Sul palco, durante il dibattito, il presidente di Eupolis Lombardia Stefano Bruno Galli, il direttore della rivista Confronti Robi Ronza ed il presidente della Fondazione per l’impresa e l’industria manufatturiera Paolo Angelli. A moderare l’incontro il direttore di InInsubria.it Andrea Mentasti.
Da sottolineare che nel corso del suo intervento video il ministro Roberto Maroni ha puntato l’attenzione sull’aspetto della legalità: “Soprattutto nelle Pmi c’è il rischio che finiscano nelle mani degli strozzini o di organizzazione criminali”.
Il sottosegretario Viale è tornata sull’argomento, ribadendo come il Ministero agli Interni abbia recentemente approvato misure studiate per rendere più velocemente e facilmente riutilizzabili le imprese confiscate alla mafia, al fine di tutelare le buone aziende ed i posti di lavoro.
Nell’intervento video del presidente della Lombardia Roberto Formigoni, il governatore ha parlato di ripresa possibile, legata ad una diminuzione della spesa pubblica italiana: “Diminuzione delle tasse, salvaguardia delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie sono le parole d’ordine. Si possono attuare riforme a costo zero, come ha fatto la Regione Lombardia. Il federalismo che verrà dovrà basarsi su responsabilità e competitività”.
Robi Ronza ha spiegato quali potrebbero essere gli “ingredienti” per un ritorno ai fasti dell’economia varesina: “Puntare sul Malpensa come scalo merci per rafforzare i contatti e le collaborazioni con il Canton Ticino”.
Stefano Bruno Galli, presidente di Eupolis, ha parlato del federalismo come unico sistema per salvare uno Stato che attualmente fagocita il 54% del Pil per mantenere se stesso: “Al Nord ci sono le virtù civiche che risalgono agli antichi Comuni e che di certo sapranno applicare al meglio le nuove regole di economia”.
Per finire, l’imprenditore Paolo Agnelli, presidente di Confapindustria Lombardia e della Fondazione per l’impresa e l’industria manifatturiera ha parlato delle assurde regole fiscali cui oggi le imprese sono costrette ad attenersi: “Servono servizi a favore dell’impresa. Se non si torna ad esportare, sentiamo solo parole inutili, da quelli che richiamano esclusivamente alla necessità di innovare. La verità è che serve detassare”.
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