Un’Associazione di categoria delle PMI ha anche la funzione di rappresentare e significare come si evolva nel tempo il “fare impresa” in un determinato territorio nell’epoca dell’economia della conoscenza, con le risorse umane e culturali di cui esso disponga o che è in grado di formare.
In quest’ottica, l’Api Napoli si sta impegnando per offrire alle PMI delle opportunità per sperimentare dei percorsi di innovazione di prodotto, che consentano di integrare le competenze chiave di questo processo, il più delle volte non disponibili in via ordinaria nelle risorse umane delle imprese minori. In collaborazione con alcune Università ed Enti di Ricerca campani, l’Associazione ha avviato dei laboratori sperimentali di industrial design (focus su materiali innovativi e ecodesign) e marketing e comunicazione digitale (focus su web marketing e social business networking) e negli ultimi mesi, a completamento della filiera di competenze necessarie, ha aggiunto un canale di internazionalizzazione (focus sui paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente).
Il metodo di lavoro è basato sulla costituzione di gruppi di lavoro misti con la presenza di risorse umane aziendali, docenti, ricercatori, esperti e neolaureati per sperimentare come, partendo dall’attuale produzione dell’azienda, quei prodotti potranno evolversi nei prossimi anni.
“Come sarà il mio prodotto tra cinque anni?”, è la domanda da cui il gruppo di lavoro parte per prospettare un design che valorizzi in modo nuovo la o le funzioni d’uso del prodotto, che consenta di utilizzare nuovi materiali a minor impatto ambientale.
“Quali saranno le motivazioni d’acquisto del mio prodotto?”, si chiede nel contempo il gruppo. Si integra, quindi, il processo di generazione del nuovo prodotto, immaginando di declinare le possibili motivazioni attraverso modalità interattive, per relazionarsi con i potenziali acquirenti/consumatori stabilendo, per quanto possibile, uno scambio informativo ed una condivisione di aspettative. Su quest’ultimo punto, un passaggio significativo, per le imprese minori, è quello di cominciare a modificare la strategia di relazione, passando da un modello basato sulla comunicazione dell’azienda ad un modello incentrato sulla comunicazione di prodotto.
Attualmente l’Api Napoli sta prospettando come trasporre questo percorso innovativo su scala internazionale. Partendo dalla favorevole predisposizione verso i prodotti che rappresentano l’”italian way of life”, si sta provando a definire come, in alcuni paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, la flessibilità produttiva tipica delle PMI possa essere giocata vantaggiosamente per accordare il made in Italy alle preferenze locali. In questa strategia, un ruolo importante è quello delle filiere produttive intersettoriali e complementari, che, dal punto di vista organizzativo, l’Associazione sta configurando adottando il nuovo istituto giuridico del “contratto di rete”. In relazione a queste sperimentazioni aggregative, l’Api Napoli conta infine di poter metter in rete, nell’ambito del sistema nazionale della Confapi, le esperienze che sta maturando, sia per condividere le best practices con altre esperienze territoriali sia per provare a costituire delle reti aggregative di secondo livello, che consentano, a tutti i partecipanti, una maggiore scala operativa, soprattutto sulla scena internazionale.
Il denominatore comune al percorso innovativo descritto è dare l’opportunità ad alcune giovani risorse umane qualificate – i neolaureati che partecipano ai gruppi di lavoro – di farsi conoscere e apprezzare dagli imprenditori e poter diventare una leva aziendale interna in grado di accrescere la capacità dell’impresa a vivere attivamente e significativamente i processi ordinari di innovazione. Perché innovare un prodotto, oggi più che mai, prima di essere un fenomeno economico è una manifestazione culturale sempre più impegnativa.
Luigi Cafiero
Segretario generale e Responsabile Ricerca e Sviluppo Api Napoli

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