La situazione che stanno vivendo le piccole e medie imprese edili reggiane è drammatica, gravata com’è dalla stretta creditizia e dalla mancanza di lavoro.
Il crollo degli investimenti pubblici e la drastica restrizione imposta dagli istituti bancari nella concessione di mutui-casa gettano ombre sempre più cupe sul futuro di un settore trainante dell’economia provinciale.
Il mondo delle costruzioni di questa provincia, quello sano, che ha ancora tecnici ed operai alle proprie dipendenze, che ha competenze, capacità di fare, fantasia imprenditoriale come nessun altro, non si è mai sentito, come in questo momento, abbandonato dalla politica, dalle istituzioni, dagli istituti bancari.
Per le nostre aziende la responsabilità sociale, il rapporto corretto con le amministrazioni locali, l’etica imprenditoriale, sono sempre state, più che dei principi, dei capisaldi irrinunciabili del fare impresa.
Ogni volta che siamo stati chiamati abbiamo detto si, mostrandoci disponibili a: lavorare in agosto per permettere alle scuole di aprire a settembre, mettere in sicurezza edifici pubblici e privati per danni sismici, garantire materiali e mezzi d’opera per le grandi opere (alta velocità ferroviaria), stipulare accordi per la legalità o per la sicurezza o, come nell’inverno scorso, per affrontare l’emergenza neve.
Sempre in prima fila
E, mentre il nostro impegno non veniva mai meno, una parte consistente dell’opinione pubblica, dei media e della politica, non solo quella tipica dell’ambientalismo militante, ci definiva, di volta in volta , “cementisti, distruttori d’ambiente, palazzinari, speculatori ecc “.
Forse ora, di fronte alla crisi più profonda che il settore abbia mai attraversato, che taglia posti di lavoro a raffica, che mette in ginocchio un intero comparto, anche alcuni di questi detrattori generalisti, avranno di che riflettere.
Serve un patto territoriale
Tra istituzioni, imprese, sindacato e enti locali che, partendo da ciò che di buono si è fatto o si sta facendo, con apprezzabile impegno da parte soprattutto dell’Assessorato allo sviluppo economico del Comune di Reggio Emilia (certificazione dei crediti con la P.A., dilazione oneri di urbanizzazione, gare on line, semplificazione amministrativa) affronti alcuni, pochi aspetti critici da risolvere subito per non affossare l’intero settore.
Chiediamo che:
- in un momento in cui le risorse pubbliche e private destinate agli investimenti in opere sono pochissime, si operi affinché gli appalti privilegino (nell’ambito della legalità ovviamente) le imprese “vere” di questa provincia. Per “ vere“ intendiamo quelle radicate da tempo, con proprie dotazioni di organico (tecnici ed operai) mezzi d’opera e attrezzature riscontrabili prima e dopo le gare, che abbiano fatto formazione, che siano iscritte alle casse edili e siano regolari dal punto di vista contributivo;
- si interrompa da subito la pratica perversa delle gare al massimo ribasso in tutti i casi (e ci sono) in cui la legge lo consente. Laddove non fosse consentito, si abbia finalmente il coraggio e l’etica di non aggiudicare appalti a chi propone prezzi insostenibili (si vedano al riguardo gli ultimi appalti aggiudicati dal comune capoluogo con ribassi dal -30 al -45%). Sono risparmi illusori che produrranno, nel migliore dei casi, opere mal fatte, con costi negli anni a venire ben maggiori di quanto risparmiato in sede di gara;
- si abbandoni la logica di dirottare sulle imprese il costo delle opere in carenza di fondi. Non tocca alle imprese fare da “banca“. E’ una strada pericolosa. Qualcuno potrebbe utilizzarla per altri fini;
- i sindaci, gli assessori ai lavori pubblici, gli amministratori di enti pubblici, di municipalizzate, sentano, in prima persona, come “imperativo morale” la responsabilità di tutelare le imprese Reggiane lavorando assieme ai propri dirigenti, affinché questo avvenga;
- il sistema bancario sappia riconoscere e sostenga con più coraggio quelle imprese che rappresentano per storia, tradizione, serietà nei rapporti, capacità operativa, un pezzo insostituibile della nostra realtà economica;
- si abbandoni la logica dei global-service, soprattutto se eterogenei (pratica molto in uso perché sbrigativa per le P.A.) che quasi sempre, dopo l’aggiudicazione, sono preludio ad una catena infinita di subappalti, con prestazioni mediocri, di scarsa qualità, di scarsa regolarità;
- da ultimo, si velocizzino i percorsi decisionali della P.A;
Abbiamo molto apprezzato la tempestività dell’assessorato all’urbanistica del comune capoluogo nell’approvazione della delibera sulla rateizzazione degli oneri. Auspichiamo che lo stesso rigore e tempestività si abbiano nella approvazione definitiva del PTCP.
La crisi, come dicevamo in premessa, non aspetta.
Elio Annovi
Presidente Collegio imprenditori Edili Confapi pmi Reggio Emilia
Tiziano Pattacini
Vicepresidente Confapi pmi RE – Delegato a Urbanistica e Lavori Pubblici
Per contattare la redazione di Innovareweb :
Via Spadolini 7, 20141 – Milano
Tel. +39 02 864105