Si è svolto nei giorni scorsi presso la sede di Confapi pmi Reggio Emilia il seminario di presentazione dell’Accordo Stato-Regioni, approvato nel mese di dicembre del 2011 ed entrato in vigore il 26 gennaio scorso, e dei relativi obblighi formativi.
Il programma ha visto l’apertura dei lavori a cura della presidente dell’associazione Cristina Carbognani, che ha detto: “Abbiamo sempre posto attenzione ai temi della salute e della sicurezza sul lavoro e promosso attività concrete e funzionali alla prevenzione dei rischi. Voglio citare in questo senso solo alcuni esempi del nostro impegno in questo ambito: l’attività del Centro Servizi P.M.I., la partecipazione al “Comitato Provinciale per la Prevenzione e la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro” con il coordinamento di uno dei quattro Gruppi di Lavoro, la ricerca sui costi degli infortuni che effettuiamo con INAIL.
Siamo inoltre convinti che la formazione rivesta un ruolo determinante in questa materia, poiché incide sia sulla conoscenza degli obblighi e delle procedure di lavoro, sia sull’atteggiamento con il quale affrontare l’attività lavorativa in termini di comportamenti adeguati.
Ora, dopo quasi tre anni di attesa, salutiamo con favore l’approvazione dell’Accordo Stato-Regioni (art. 34 e art. 37, del Decreto Legislativo. n. 81/08), che definisce la durata, i contenuti e le modalità della formazione da svolgere. La novità principale riguarda l’individuazione della durata della formazione in base al rischio dell’attività aziendale: basso, medio o alto.
Ora si disciplinano nei dettagli i requisiti della formazione dei lavoratori (inclusi preposti e dirigenti) e dei datori di lavoro che svolgono personalmente i compiti di prevenzione e protezione dai rischi.
Si può quindi sostenere che il 2012 sarà l’anno della formazione sulla sicurezza, senza rischi di improvvisazione: saranno solo le Associazioni e gli enti qualificati a poter organizzare corsi professionali con docenti certificati.
Il confronto proprio per il preponderante ruolo formale svolto dalle Regioni, non ha consentito di superare tutte le obiezioni e le perplessità delle associazioni di rappresentanza delle imprese, soprattutto in ordine agli aspetti procedurali e documentali, ma ha permesso di inserire nel testo elementi di innovazione e di semplificazione. Ad esempio la formazione a distanza, la possibilità di gestirla internamente all’azienda con docenti interni, l’esclusione dell’addestramento, la possibilità che anche le Associazioni e le loro strutture formative possano svolgere attività formativa, anche per i datori di lavoro.
Ora attendiamo solo che venga fatta chiarezza su alcune zone d’ombra sulle modalità di collaborazione dei datori di lavoro con gli organismi bilaterali o paritetici, tramite una circolare del Ministero del lavoro.
Infine una nota amara, vanno infatti rilevati i costi che dovranno affrontare le imprese per attuare questi nuovi modelli formativi (che comportano più ore e più corsi) in un contesto congiunturale ancora molto difficile”.
Il pomeriggio informativo, coordinato da Ivan Farioli dell’Ufficio Ambiente e Sicurezza dell’Associazione, ha visto successivamente l’intervento di Carlo Veronesi, Direttore del Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro, e le relazioni di Francesca Sorbi e Antonella Cigarini, che hanno illustrato la proposta formativa del Centro Servizio P.M.I.
In chiusura si è svolto il dibattito in cui i presenti hanno ottenuto risposte ai loro dubbi.

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