L’industria 4.0 può rappresentare una straordinaria occasione per migliorare i livelli di sicurezza all’interno dell’azienda: dai sistemi intelligenti per segnalare la presenza di una persona nel raggio d’azione di un robot alle soluzioni tecniche in grado di ridurre gli infortuni derivanti dall’interazione uomo-macchina, tante le strade che si possono aprire su questo fronte.
di Patrizia Ricci
L’avvento della tecnologia ha significativamente migliorato le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro: basta pensare ai robot che hanno sostituito gli operatori nelle mansioni più pericolose, oppure agli esoscheletri, che supportano il lavoratore nell’eseguire operazioni che comportano uno stress fisico molto alto. Con l’avvento della rivoluzione dell’Industria 4.0, sono tanti i cambiamenti introdotti nei processi produttivi e altrettante le sfide che le aziende e i legislatori si trovano ad affrontare per garantire la tutela della salute dei lavoratori. Lavoratori che assumono un ruolo diverso all’interno del processo produttivo rispetto al passato, ma non per questo meno importante: nell’Industria 4.0, l’automazione del processo produttivo non porta all’esclusione dell’uomo, ma alla sua connessione all’interno di un ecosistema intelligente. Non sono solo i macchinari a parlare tra di loro, ma vi è un costante dialogo tra macchine e uomo. Nella smart production si creano infatti nuove forme di collaborazione tra uomo e macchine, che portano all’ottimizzazione di tutto il processo produttivo. Un rapporto, quello tecnologia e lavoro, che è destinato a intensificarsi nel futuro, sotto la spinta di un progresso tecnologico che sarà sempre più rapido. A cambiare, tuttavia, non sono soltanto i processi produttivi: cambiano gli spazi di lavoro e cambia la sicurezza anche all’interno degli spazi fisici di lavoro: se le tecnologie dell’automazione industriale, come i robot tradizionali e i cobot, hanno ridotto i rischi legati allo svolgimento di determinati compiti pericolosi da parte dell’uomo, non devono essere trascurati i rischi connessi all’utilizzo di macchine sempre più autonome, in grado di modificare il loro comportamento all’interno dell’ambiente di lavoro (grazie all’Intelligenza Artificiale e all’apprendimento automatico) senza che sia necessario l’intervento dell’uomo, tendendo conto di tutta una serie di fattori connessi con gli incidenti che possono verificarsi in un ambiente dove macchine e uomo dividono lo spazio fisico. La sicurezza del personale è un fattore sempre più importante nei processi automatizzati. Quando uomo e macchina agiscono all’unisono, una produzione flessibile comporta elevati requisiti di sicurezza. Tale collaborazione, ad esempio nel vano macchine, non deve mettere a rischio la sicurezza dei collaboratori. Sicurezza sancita anche nel principio espresso in uno dei primi punti dell’allegato della Direttiva Macchine che, pur concepita in momenti storici in cui la sicurezza era intesa come meccanica o elettromeccanica, conserva una sua attualità, ovvero che “nessun organo pericoloso in movimento di una macchina possa essere raggiunto da una parte del corpo umano”. I costruttori di macchine e i datori di lavoro hanno l’obbligo sia dal punto di vista etico, sia legale, di garantire la sicurezza a tutela delle persone.
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Ingegnere civile e PhD in Meccanica delle Strutture, ha svolto attività di ricerca nel campo della Meccanica della Frattura presso l’Università di Bologna e l’Imperial College di Londra. Appassionata di tecnologia e meccanica, con circa 15 anni di esperienza come redattrice e responsabile di redazione di riviste tecniche, da alcuni anni collabora con le riviste di Quine Business Publisher del settore Industry e Building, come autrice di articoli e approfondimenti tecnici.