di Patrizia Ricci
Robot a automazione integrata – Cresce l’automazione nel mondo e aumentano sempre di più i robot impiegati nella produzione industriale. La digitalizzazione del mondo industriale, oltre all’implementazione dei processi produttivi, ha reso i robot protagonisti di tutto ciò che è legato alla “movimentazione” dell’Industria 4.0, identificandoli con gli elementi che meglio rappresentano la trasformazione e l’automazione di nuova generazione delle aziende. Il tutto reso possibile da una robotica sempre più agile e flessibile, capace di soddisfare non solo le esigenze del settore automotive e del mondo della lavorazione dei metalli, comparti storici di applicazione dell’automazione industriale, ma anche di settori industriali diversi, che oggi richiedono appunto soluzioni di automatizzazione più flessibili, come quelli del packaging, food&beverage, farmaceutico, cosmetico, ecc. L’integrazione tra macchinari, sistemi e robot è la chiave per lo sviluppo dell’automazione di nuova generazione. La convergenza tra automazione e intelligenza artificiale rappresenta nuove opportunità per i processi aziendali, destinate, nei prossimi anni, a crescere a livello globale e a diventare terreno fertile per definire le proprie strategie di automazione.
Il mercato della robotica
Dal 2019 ad oggi, il mercato dei robot a livello globale ha subito una notevole accelerazione, dovuta anche alla pandemia. L’industria della robotica ha un tasso di penetrazione altissimo, in particolare modo per quanto riguarda il comparto della logistica, dove quella di magazzino registra dati incredibili. Per il 2021 l’IFR ha stimato una crescita delle vendite del 13% a quota 435.000 unità, superando così il livello record raggiunto nel 2018. Rispetto al 2015 il mercato è raddoppiato con una previsione di valore al 2025 da 73 miliardi di dollari. Questa crescita, che oggi viene in parte vista come una tendenza dettata dal processo di digitalizzazione delle imprese, tra un paio di decenni potrebbe trasformarsi in una necessità, a fronte dell’invecchiamento della popolazione europea che, entro il 2050, potrebbe portare ad una carenza di manodopera giovanile, già oggi difficile da reperire, soprattutto se qualificata. Secondo uno studio delle Nazioni Unite da qui al 2050, le persone in età lavorativa – ossia tra i 20 ed i 64 anni – saranno ben 95 milioni in meno rispetto al 2015.
La Germania, che appartiene ai cinque principali mercati di robot nel mondo (Cina, Giappone, USA, Corea, Germania) detiene il 33% del totale delle installazioni in Europa. Segue l’Italia con il 13% e la Francia con l’8%. Nel 2024 si dovrebbe raggiungere il notevole traguardo di 500.000 unità installate all’anno in tutto il mondo (fonte: World Robotics 2021 report).
L’aumento del mercato dei robot è dovuto principalmente a quelli collaborativi o cobot, più flessibili e, spesso, più sostenibili in termini di investimento e di ritorno già nel breve-medio termine. Il settore di robot, cobot e tecnologie connesse ha un potenziale enorme. Le stime indicano una crescita per i prossimi cinque anni fino ad un valore complessivo del comparto pari a 190 miliardi di dollari (fonte: Allied Market Research).
La situazione italiana
Nel 2021, la produzione italiana di robot è cresciuta del 6,6%, rispetto al 2020, attestandosi a 2.220 unità. Il risultato positivo è stato determinato, esclusivamente, dall’incremento delle consegne sul mercato interno cresciute del 22,6% a 1.215 unità. Le vendite sui mercati esteri si sono invece contratte a 1.005 nuove unità, in calo del 7,9% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dai dati Siri (Associazione italiana di robotica e automazione) e Ucimu (Associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione), presentati alla scorsa edizione di Lamiera.
Per quanto riguarda il consumo, particolarmente dinamica è risultata la domanda interna di robot che, dopo due anni consecutivi di calo (biennio 2019-2020), è tornata a crescere. In Italia, la diffusione della robotica nelle aziende italiane ha toccato un nuovo record nel 2021. Rispetto al 2008, le vendite sono aumentate del 156%, passando da 4.556 unità a 11.672 robot installati con una crescita del 50% sul 2020, superiore anche rispetto alle consegne del 2019 (+28,7%) e con un tasso medio annuo di incremento delle vendite del 7,5%. I dati sono positivi sia per la produzione che per l’export, l’import e consegne.
La vivacità del mercato domestico ha premiato gli acquisti dall’estero come dimostra il dato di import, risultato pari a 10.457 nuove unità installate (+54% rispetto al 2020). L’incremento del numero dei nuovi robot installati nel 2021 in Italia è risultato di quasi il 30% superiore al numero delle unità acquistate nel 2019, prima della pandemia.
Più nel dettaglio, tra le vendite nel 2021, l’area di applicazione predominante, con 8.377 unità, è quella dei robot per manipolazione (72% del totale), seguono la saldatura (1.239 robot per una quota del 10,6%) e l’assiemaggio (1.149 unità che rappresentano il 9,8% del totale). I più venduti sono gli Articolati (9.268 unità), seguiti dagli Scara (1.362 unità) e dai robot Cartesiani (670 unità). Tutte le tipologie hanno fatto registrare crescite a doppia cifra sia sul 2020 sia sul 2019.
Entrando ancora più nel merito delle suddivisioni per categoria, nella manipolazione il 44,1% delle applicazioni attiene ai materiali, il 22,1% riguarda il carico e scarico e il 18,4% la pallettizzazione. Rispetto alla saldatura invece, le vendite di robot per saldatura quella ad arco risultano in crescita molto più di quelle per la saldatura a punti, che restano ancora dietro ai numeri del 2019. Da ultimo, nell’assiemaggio la componente inserimento e montaggio cresce più dell’assiemaggio meccanico (fonte: Siri, l’Associazione Italiana di Robotica e Automazione, e Centro Studi Ucimu – Sistemi per Produrre).
Crescono quindi le vendite e l’impiego dei robot industriali in tutto il mondo, in tutti i settori, nell’elettronica e nell’automotive in particolare, e l’Italia è il sesto Paese al mondo e il secondo nel Vecchio Continente, per vendite e implementazioni di robot industriali e uno dei protagonisti assoluti nella ricerca che vede nell’intelligenza artificiale uno dei principali driver.
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Ingegnere civile e PhD in Meccanica delle Strutture, ha svolto attività di ricerca nel campo della Meccanica della Frattura presso l’Università di Bologna e l’Imperial College di Londra. Appassionata di tecnologia e meccanica, con circa 15 anni di esperienza come redattrice e responsabile di redazione di riviste tecniche, da alcuni anni collabora con le riviste di Quine Business Publisher del settore Industry e Building, come autrice di articoli e approfondimenti tecnici.