Abbiamo invitato i responsabili delle aziende a spiegarci come hanno vissuto questo periodo di quarantena sotto gli aspetti umano e lavorativo, e come si apprestano ad affrontare la ripartenza.
(Specifichiamo che le interviste sono state realizzate prima del 4 maggio)
Alberto Gillio Tos – Sermac
(Intervista a cura di Claudio Tacchella)
Amministratore
Da responsabile di azienda, ma anche da persona comune, come sta vivendo questa delicata situazione?
La situazione in cui siamo venuti a trovarci è stata talmente nuova e imprevista che ha spiazzato tutti. Come responsabile di azienda non ho potuto far altro che prenderne atto, cercare di stringere i denti e ottimizzare al massimo l’attività per ridurre, per quanto possibile, costi e dispersioni. Il tutto non è facile perché ci si trova di fronte a impedimenti e forzature in parte inevitabili concause delle restrizioni imposte dal Governo ma che si sono dimostrate a volte anche non ragionevoli. L’informazione della stampa, esagerata e spesso non corretta, fa si che si navighi al buio e questo naturalmente aumenta le difficoltà. Dal punto di vista personale vivo questa situazione con una relativa calma, probabilmente dovuta alla mia età. Sono particolarmente dispiaciuto per quanto capitato agli anziani ricoverati nei vari Istituti e arrabbiato su come queste strutture si siano dimostrate una volta di più essere in gran parte organizzazioni che sfruttano situazioni o mancanze a loro vantaggio anziché proteggere e prendersi cura degli anziani. Sono per contro ammirato dal coinvolgimento e impegno del personale sanitario nel suo complesso.
Quale sarà a suo avviso l’impatto che questa crisi globale avrà sull’economia italiana e in particolare sul comparto manifatturiero? E quali sono le misure che dovranno essere adottate per un immediato rilancio?
L’impatto sull’economia è già e lo sarà ancor di più estremamente negativo anche perché la ripresa, quando e come avverrà, sarà penalizzata dalla mancanza di risorse che sono state spese nel frattempo per poter sopravvivere. Gli aiuti necessari e ripetutamente promessi si concretizzano per il momento solo in una burocrazia ancora peggiore di quella abituale, sia da parte dello Stato che degli Istituti finanziari. Sarebbero necessari ora investimenti strutturali (sempre previsti e mai realizzati) che permetterebbero l’avvio veloce di un circolo produttivo virtuoso. Se per un qualsiasi progetto sarà, come d’abitudine, necessaria una gara da affidare poi al massimo ribasso, avremo poche probabilità di riprenderci in tempi ragionevoli.
C’è chi sostiene che anche il prossimo anno patirà le conseguenze della pandemia; c’è chi dice, invece, che ci sarà una sorta di boom economico post-bellico. Qual è la sua opinione?
Sono fiducioso e convinto che con il prossimo anno, ammesso che, come ci auguriamo, la pandemia sia effettivamente superata, ci sarà una ripresa non da boom ma senz’altro notevole perché ci sarà molto da ricostruire per far fronte a quanto stiamo ora perdendo e la volontà di recuperare sarà la molla per ottenere buoni risultati. Naturalmente nel frattempo ci saranno purtroppo inevitabilmente molti “caduti” perché manca la prontezza di reazione. Molti “esperti”, molti “tavoli di lavoro”, molte “commissioni” e poche decisioni concrete peggiorano e peggioreranno situazioni compromesse e comunque difficili. La politica/partitica non aiuta di certo. Spesso una decisione anche se non è la migliore (ma chi lo sà a priori quale si rivelerà la migliore!) è meglio del temporeggiamento e dei rinvii.
Cosa sta facendo Sermac per i propri clienti che ancora stanno lavorando, con particolare riferimento ad assistenza e servizi?
Sermac srl, anche se è una piccola realtà, non ha mai cessato di essere al fianco della clientela per aiutare e non ostacolare in nessun modo, quanti hanno avuto, hanno e avranno necessità di supporto sia commerciale che tecnico. La risposta a tutte le domande e le richieste di questo periodo è stata pronta come sempre, naturalmente quando, a nostra volta, abbiamo avuto riscontro dai nostri fornitori e collaboratori. Dobbiamo comunque constatare positivamente che quasi nessuno si è trincerato con la scusa delle chiusure obbligate. Una risposta, un suggerimento, una proposta alternativa ci sono sempre giunte anche se “da casa” e ci hanno permesso di essere presenti e di fare la nostra parte.
Quali sono le azioni che intraprenderete immediatamente finita l’emergenza a sostegno dei propri clienti?
Anche se pur con i limiti del lavoro “da casa”, abbiamo già attivato la ricerca di prodotti per la sicurezza sul posto di lavoro ed abbiamo offerto quanto abbiamo potuto reperire ai nostri clienti. Molti nostri distributori, con i quali siamo stati costantemente in contatto, ci hanno coadiuvati e si sono messi a disposizione per sostenere con noi le necessità dei clienti. Con la riapertura saremo pertanto pronti a offrire, in aggiunta al nostro pacchetto di prodotti, anche quanto sarà necessario per far fronte non solo alle esigenze produttive ma principalmente con gli ausili di sicurezza che si sono rivelati utili e indispensabili per poter proseguire l’attività.
Marco Corradini – Sicutool
Amministratore delegato
Sicutool è una storica azienda milanese che ha festeggiato 75 anni di attività lo scorso settembre.
L’azienda è specializzata nel commercio di utensili professionali: utensili da lavoro, utensili industriali, utensili a mano, utensili meccanici ed elettroutensili.
Marco Corradini oltre a essere un capitano d’impresa è anche un uomo al quale non mancano sensibilità e senso di responsabilità, come si evince dalle sue parole
«Vivendo insieme ai miei collaboratori nel periodo precedente, di qualche giorno, alla “Chiusura Totale” sono rimasto colpito dall’effetto “paura” generato in ognuno di noi che è stato ed è estremamente contagiante. La paura si è trasformata in terrore a causa delle incertezze delle azioni imposte dai tecnici e governanti che ad esempio alla domanda quale medicina usare rispondevano: nessuna! L’unica è sperare di non finire in terapia intensiva. Comunque, state murati in casa bombardati da continue trasmissioni sempre più funeste. E così la squadra umana Sicutool si è sciolta nella paura. Inoltre, la libertà individuale, che per me è sacra, sta lasciando il posto al desiderio di fare di noi degli automi, schiavi delle app, al servizio dell’istituto di sanità, per ora; e poi?».
Fa ancora più riflettere, vista l’esperienza del nostro interlocutore, l’analisi della situazione economica in cui versiamo e dei rischi a cui andiamo incontro.
«È presto per dirlo, ma quanto più sarà il tempo che passa, tanto più prevedo grandissime difficoltà per il “made in Italy” intendendo non solo prodotti ma anche servizi. Il manifatturiero nell’ultima parte del 2019 segnava già il passo, ma stringeva i denti per restare in compagnia delle nazioni trainanti; ora se non si riparte molto, ma molto presto si rischia un vero tracollo. Terribile sarà anche la condizione del turismo che coinvolge tantissimi aspetti del “made in Italy” e sul quale abbiamo puntato tanto e che ora è a brandelli. Parlare del prossimo anno è molto difficile, ma non prevedo alcun “boom”. È vero che c’è molto denaro “promesso”, ma è anche vero che chi volesse muoversi si troverà nella ragnatela della burocrazia. Troppe, troppe leggi e leggine ci stanno soffocando. Occorre una poderosa sburocratizzazione».
Rapporto umano, qualità e servizio sono sempre stati i punti cardine dell’attività di Sicutool, per cui chiediamo a Marco Corradini come sono riusciti a mantenere il loro standard anche in questo momento.
«Sicutool, ancor prima di questo terribile “anno bisestile”, ha interpretato il massimo del servizio erogabile, nel nostro settore, sui pilastri portanti in cui crediamo: l’offerta tramite catalogo su diverse piattaforme, la commercializzazione solo attraverso la rete dei rivenditori che percolano il nostro territorio italiano, la grande disponibilità di magazzino coniugata alla rapidità di spedizione, la potente piattaforma informatica che aiuta il rivenditore a stare al passo con i tempi. Noi faremo di tutto per sostenere questa rete che nasce dalla capacità imprenditoriale diffusa sul territorio italiano».
Per la ripresa la ricatta di Marco Corradini si chiama “collaborazione”.
«Per “risorgere” è necessario collaborare intensamente tra produttori, grossisti, distributori al dettaglio e consumatori/utilizzatori per cercare di rendere la rete attiva e necessaria, ancora più performante eliminando eventuali zone d’ombra e resistenze qualsiasi esse siano. La rete deve essere in grado di generare il miglior flusso possibile».
Giorgio Gamberale – Sitema
Responsabile commerciale per l’Italia e Sud Europa
Sitema è l’unica azienda al mondo specializzata esclusivamente nella progettazione e produzione di teste di serraggio e freni lineari su barre lisce. Giorgio Gamberale vive tra la Germania, dove ha sede l’azienda, e l’Italia uno dei mercati più importanti per Sitema.
«Sono tornato in sede il 20 febbraio ovvero solo agli inizi dell’epidemia. Dopo poco la situazione è scoppiata in tutta la sua pericolosità tanto che sono state prese subito alcune misure di sicurezza. Personalmente sto vivendo il momento con relativa tranquillità avendo molta fiducia nella scienza e conscio che si tratta di una crisi che ha coinvolto tutto il mondo per cui tutti insieme ne verremo fuori. Era necessario fermare tutto anche per salvaguardare le fasce più deboli della società».
Il settore manufatturiero è tra quelli maggiormente colpiti dalla crisi in atto. Chiediamo a Giorgio Gamberale qual è la sua opinione visto il suo “doppio” punto di vista tedesco e italiano.
«Il virus è andato ad acuire le difficoltà che il comparto stava già vivendo a causa della crisi del settore automobilistico tedesco. Alcune aziende stanno ancora lavorando ma, trattandosi di un problema che ha coinvolto l’intero pianeta, intere filiere produttive sono andate incontro a svariate problematiche, una fra tutte la carenza di componentistica troppo cinese dipendente». In Italia, al momento, Sitema sta tenendo il passo, infatti, arrivano richieste per nuovi progetti e vanno avanti quelli già in atto, grazie anche alla capacità di alcune aziende di riconvertire la loro produzione».
Nonostante il cauto ottimismo Gamberale non vede una ripresa nell’immediato.
«Dovremo attendere il prossimo anno perché i pochi mesi che rimangono del 2020 non saranno sufficienti a recuperare completamente il fatturato perso. Nel 2022 ci sarà la vera rinascita di tutti i settori sfruttando lo slancio ecologico su cui a mio avviso bisognerà puntare nel futuro. In Germania Sitema non si è mai fermata del tutto garantendo servizio ai clienti in smart working e proseguendo la produzione sebbene a ranghi ridotti per essere pronti per il posto Covid-19. Anche gli investimenti non si sono fermati infatti sta proseguendo la costruzione del nuovo capannone produttivo accanto a quelli già esistenti».
Anche Giorgio Gamberale pensa che il livello di automazione delle imprese unitamente a un rinnovamento tecnologico generale crescerà notevolmente negli anni a venire.
«Etica, sostenibilità e tecnologia dovranno andare di pari passo. Questo è l’insegnamento che dobbiamo imparare da questa tragedia inaspettata».
Vivien Zanella – TopSolid Italia
CEO
TopSolid sviluppa software CAD/CAM/PDM/ERP. Il gruppo opera principalmente nei settori della meccanica (macchine, attrezzature, stampi ecc.), della lamiera (carpentieria, caldareria) e l’industria del legno. In generale, TopSolid è presente dove un prodotto viene progettato e/o industrializzato. Vivien Zanella CEO della filiale italiana ci espone la sua opinione su quanto sta accadendo nel mondo.
«Stiamo tutti vivendo un periodo tragico che ha rivoluzionato le nostre vite, dalle abitudini quotidiane all’organizzazione lavorativa e sociale. Pertanto si vive alla giornata ma dal punto di vista professionale, era essenziale per noi creare una rete digitale funzionale per mantenere la vicinanza nonostante il confinamento. Come responsabile di azienda, è stata la mia preoccupazione più grande, cioè mantenere il servizio ai nostri clienti, offrendo inoltre a loro delle opportunità nuove».
Vista la grande instabilità del momento preferisce non fare previsioni economiche limitandosi a prendere atto di qualche certezza.
«In questa fase, è molto difficile fare previsioni, eccetto la certezza di una recessione del PIL per la mancata attività di molte imprese sul nostro territorio (turismo, commercio all’ingrosso/ dettaglio, trasporti). Per quanto riguarda la manifattura, questa crisi potrebbe avere forte ricadute sui settori in attuale sofferenza (oil & gas, Automotive, aeronautica). Il comparto dell’automazione e della macchina automatica invece potrebbe avere meno problematiche. Attualmente affrontiamo una crisi sanitaria con ricadute economiche, ma non è ancora una crisi finanziaria. Per rilanciare la macchina economica, sarà necessario una ripresa mondiale visto che produciamo principalmente prodotti destinati all’esportazione. Sul territorio nazionale serviranno misure per alleggerire fiscalmente le imprese. Mi sembra azzardato fare proiezioni nel 2021, vista la situazione. A fine gennaio di quest’anno, nessuno di noi avrebbe pensato affrontare una tale situazione. Il boom post-bellico porta investimenti perché c’è da “ricostruire”; qui noi abbiamo solo “congelato” le nostre strutture produttive».
Il gruppo TOPSOLID non ha mai chiuso un solo giorno dall’inizio della crisi come spiega Vivien Zanella.
«La nostra attività ci ha permesso di lavorare tutti in Smart Working e fin dal primo giorno. Avevamo già un’azienda dotata di tali strumenti pertanto non abbiamo avuto fermi per adeguamento ai DPCM. Anzi, siamo riusciti a fare collaudi macchina a distanza con webcam, abbiamo mantenuto e convertito i corsi presso aziende in corsi online con grande successo. L’assistenza è sempre rimasta attiva ed infine abbiamo proposto ai nostri clienti, dei minicorsi per approfondire certi temi tecnici durante il confinamento. Credo che la nostra utenza abbia tanto apprezzato la nostra reattività e i nostri servizi. Abbiamo soddisfatto anche varie richieste di programmazione pezzo, un servizio che tendenzialmente non facciamo, per permettere di velocizzare certe consegne ai nostri clienti. Conclusa l’emergenza punteremo sui servizi di formazione/assistenza che saranno sempre implementati soprattutto per soddisfare le aziende che dovranno integrare nuove macchine utensili durante la Fase 2. Inoltre, avremo da pianificare il rilascio della nuova versione con dei seminari digitali su grande scala, visto che sarà senz’altro impossibile da realizzare, come di consueto fisicamente in tutta Italia. TopSolid 2020 è ricco di novità che vogliamo condividere al più presto con i nostri clienti».
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