Design for food, un evento nato per avvicinare due mondi affascinanti con le interviste agli assessori Sala e Figini.
Design for Food è un progetto ideato da Alessia Galimberti, Architetto e Dottore di Ricerca in Progetti e Politiche Urbane, e da Mattia Poggi, Chef e volto di tanti programmi di cucina. Con la collaborazione del regista Dario Carrarini, il duo ha deciso di intraprendere un viaggio alla ricerca dell’anello di congiunzione tra due mondi, quello del fashion e quello dell’alimentazione, il tutto in occasione dell’evento universale EXPO 2015.
Durante la manifestazione si avrà l’occasione di dare visibilità alla tradizione, alla creatività e all’innovazione nel settore del Food, offrendo numerose opportunità anche alle aziende nel settore del Design.
Tra le varie finalità del progetto, troviamo la volontà di presentare il territorio brianteo attraverso la sua ricchezza: quella del mobile e del design; mostrare ai giovani il fascino dell’impresa radicata nel territorio, considerando che la Brianza debba continuare a conservare la sua immagine di laboriosa operosità, alimentando il primo anello della filiera produttiva: quello della risorsa umana; proporre progetti per la riqualificazione del tessuto urbano brianteo, finalizzato al miglioramento degli spazi collettivi; ideare un percorso espositivo delle icone del design per mostrare le eccellenze del Made in Italy durante Expo 2015, che avrà come obiettivo quello di creare una forte interazione tra le realtà territoriali che hanno fatto la storia della manifattura italiana e che hanno contribuito allo sviluppo del Design; mostrare il valore delle imprese sia nel settore del Food che del Design, percorrendo avventure imprenditoriali; evincere il tema dell’alimentazione sana attraverso workshop didattici con studenti provenienti da Enti di Formazione e Università in collaborazione con Professionisti di Settore; riportare il concetto di Piazza Urbana, evidenziando l’importanza della piazza ed il ruolo che ha sempre ricoperto nella vita urbana, mostrando la differenza delle nuove piazze nel mondo virtuale; infine, creare incontri e socializzazione attraverso performance teatrali e musicali, facendo sì che Arte e Teatro si uniscano insieme al Design e al Food.
L’evento rappresenta inoltre un’occasione per radunare le più svariate personalità nel mondo del Design, del Fashion, del Food e del Teatro, in sinergia con Enti Pubblici, Associazioni di Categoria e Aziende di Settore. Tra le collaborazioni che si sono unite per la realizzazione del progetto è doveroso citare quella con Enaip, l’Ente di Istruzione e Formazione Professionale che consiste in una leva strategica per la crescita culturale e sociale della persona, per lo sviluppo economico del Paese e per rispondere alle sfide della competizione globale. Unendosi all’azienda Riva 1920 – produttrice di mobili da generazioni – Enaip si è rivolto agli studenti organizzando un concorso il cui tema prevedeva la realizzazione di uno sgabello in cedro; successivamente, la scuola professionale ha attuato un’ulteriore collaborazione – tramite Design for Food – con Il Cucchiaio d’Argento, il più autorevole libro italiano di cucina, pubblicato nel 1950 dalla Rivista di Design e Architettura DOMUS. Sono, tuttavia, da ricordare anche le collaborazioni con l’ADI (Associazione Disegno Industriale), il Comune di Mariano Comense e la Fondazione La Versiera 1718; insieme, queste permetteranno di illustrare il Design Strategico, la qualità del Made in Italy, la cultura, l’arte e la ricchezza dei territori, invitando all’interpretazione di un futuro economico e sociale.
Scendendo nei dettagli, l’ADI, che riunisce dal 1956 progettisti, imprese, ricercatori, insegnanti, critici e giornalisti intorno ai temi del Design, si presenta a Expo come protagonista dello sviluppo del disegno industriale visto come fenomeno culturale ed economico, dedicando il I° Premio Compasso d’Oro Internazionale ADI al tema Design for Food and Nutrition: il design come strumento d’innovazione e di sviluppo sostenibile della produzione alimentare e dei sistemi di distribuzione e di consumo di cibo.
Il Comune di Mariano Comense ha invece contribuito alla realizzazione del Progetto Territoriale “Abitare la Città”, a cura di Alessia Galimberti. Tale progetto ha come obiettivo quello di creare una forte interazione tra le realtà territoriali che hanno fatto la storia del Made in Italy e che hanno contribuito a quella del Design.
Infine, grazie alla Fondazione La Versiera 1718, ente che gestisce il patrimonio architettonico, storico, artistico e culturale del Comune di Varedo (MB) con il patrocinio della Regione Lombardia, EXPO 2015, Provincia di Monza e Brianza e dello stesso Comune di Varedo, è stato possibile indire la 1a Edizione di ExpoArteItaliana Mostra/Concorso curata dal Prof. Vittorio Sgarbi.
E proprio a proposito di questi importanti eventi – oltre che, più in generale, sulla tematica EXPO -, di seguito riportiamo le interviste rilasciataci dagli assessori Fabrizio Sala, Assessore alla Casa, Housing sociale, Expo 2015 e Internazionalizzazione delle imprese di Regione Lombardia e Fabrizio Figini, Assessore all’Urbanistica del Comune di Varedo.
Dr. Sala, finalmente è iniziata EXPO 2015. I dati che vi giungono sull’affluenza dei visitatori sono in linea con le previsioni o superiori?
«I dati che ci giungono sono pienamente soddisfacenti. Parlano di 15 milioni di biglietti venduti a un mese dall’apertura. Un mese prima dell’inaugurazione erano 9 milioni, dopo il primo maggio, che ha registrato numeri davvero elevati, con mezzo milione di visitatori nel primo fine settimana, si è registrato un forte incremento sulle vendite. L’obiettivo dei 20 milioni di biglietti venduti è ampiamente raggiungibile».
Oltre all’aspetto folcloristico di EXPO sembrano particolarmente apprezzati i temi affrontati. Insomma c’è una forte sensibilizzazione al problema dello sfruttamento incondizionato e iniquo del nostro pianeta. La dimostrazione è che sempre più nazioni vogliono aderire alla Carta di Milano. Qual è la sua sensazione?
«La sensazione è che il primo successo di Expo sia proprio il tema. Attorno al tema dell’alimentazione sono stati riuniti 145 Paesi, il 94% della popolazione mondiale, di cui 54 hanno costruito un proprio padiglione, mentre gli altri sono presenti in forme diverse, come i cluster, che consentono anche ai Paesi minori di esprimere il proprio potenziale grazie alla presenza di sponsor privati. Bisogna innanzitutto spiegare come si è arrivati a questo e che cosa sia Expo. L’esposizione universale non è infatti semplicemente una fiera, ma è forse il più grande evento di dibattito politico a livello globale. Un evento in cui attorno a un tema, e in questo caso si parla di un importante tema sociale come la nutrizione, ciascun Paese porta il proprio contributo, le proprie idee e prospettive».
EXPO 2015 è anche l’occasione per sfruttare le sinergie tra design, buon cibo e arte, certamente tre pilastri della cultura italiana e dell’industria italiana. Un’eredità che rimarrà al termine di questo evento mondiale che se ben alimentata potrebbe rappresentare la forza dell’Italia per gli anni a venire, cosa ne pensa?
«Expo è un grande valore aggiunto. Per la Lombardia innanzitutto. E noi come Regione abbiamo voluto fare la nostra parte, investendo anche e soprattutto sui territori lombardi, che per noi sono il vero sito dell’esposizione universale. Con la prima fase del Bando di Attrattività territoriale per Expo 2015 abbiamo erogato 3,45 milioni di Euro per la promozione delle nostre province. Con il nuovo bando, che è stato approvato in Giunta lo scorso 27 marzo, abbiamo erogato altri 4,75 milioni di Euro per attrarre i visitatori di Expo sui territori lombardi. Complessivamente la Giunta regionale ha stanziato per i territori circa 12 milioni di euro, contando anche le iniziative in campo artistico e culturale. Questo perché Expo 2015 deve essere un’opportunità non solo per Milano e l’Italia, ma anche e soprattutto per le nostre bellezze e le nostre eccellenze locali, che sono tantissime. Regione Lombardia ha creduto e crede in questo progetto. E questo sarà già un primo lascito di Expo, la crescita del territorio e dei territori, le cui eccellenze vengono promosse nello spazio di Regione Lombardia nel sito Expo, il nostro “Pianeta Lombardia”, posto al centro esatto del sito espositivo, tra cardo e decumano. Sempre in campo di attrattività territoriale, cito il Fondo di Coesione per i progetti “Expo e territori”, grazie al quale saranno sostenuti i sistemi turistici della Villa Reale e del Parco di Monza e quello del Monastero di Astino, con l’Orto botanico di Bergamo. C’è poi l’opera di promozione e valorizzazione degli itinerari turistici, culturali, ambientali e paesaggistici dei parchi regionali Valle Lambro e Colli di Bergamo e di Franciacorta.
E arriviamo ad un altro grande lascito prospettico di Expo: le opportunità di internazionalizzazione per le nostre imprese. Che sono imprese qualitativamente imbattibili, ma che hanno bisogno oggi come non mai di opportunità per aprirsi a un mondo che sta cambiando profondamente. Insieme a Promos, azienda speciale della Camera di commercio specializzata nella consulenza alle imprese proprio nel ramo dell’internazionalizzazione d’azienda, abbiamo organizzato il World Expo Tour, con cui abbiamo fatto visita a Paesi come Stati Uniti, Canada, Emirati Arabi Uniti, Israele, Cina e Turchia. Economie emergenti, che hanno capitali e interesse verso il nostro territorio e le sue imprese. Partendo dai risultati del World Expo Tour e dai contatti che abbiamo generato, stiamo organizzando incontri BtoB insieme a Promos proprio tre le aziende lombarde che hanno necessità di internazionalizzarsi e potenziali investitori internazionali, perché il capitale estero oggi è vitale per la tenuta e la crescita del nostro tessuto economico. E’ inutile dire che senza Expo, tutto questo non sarebbe stato possibile. Oggi viviamo in una situazione globale di forte trasformazione e instabilità, tuttavia all’interno del sito si vive un’atmosfera ovattata, che vede i Paesi confrontarsi pacificamente. Così possiamo trovare il padiglione di Israele a due passi dal padiglione dell’Iran, il padiglione degli Stati Uniti non lontano da quelli di Russia e Kuwait. A Expo c’è quella parte di mondo che vuole aprirsi al dialogo sui grandi temi».
A proposito di sinergie, Design For Food è un’iniziativa che vuole radunare le più svariate personalità del mondo del design, del fashion, del food e del teatro, ridando, inoltre, valore al concetto di Piazza Urbana. Non per nulla alcuni eventi legati a Design For Food si terranno nelle piazze tra cui la più importante Piazza Città di Lombardia dove ha sede Palazzo Lombardia. Perché a suo avviso in epoca di Internet, cerare Salotti Urbani è così importante?
«È importante perché bisogna far rivivere le nostre città, dar loro luce e colore. E bisogna farlo partendo da quello che noi italiani e lombardi sappiamo fare meglio, cioè creare bellezza. Anche in cucina. Sul nostro territorio gli stranieri scoprono come, ogni venti chilometri, cambino le ricette, le tradizioni. È una situazione unica al mondo ed è attraverso questa specificità che dobbiamo tornare ad “accendere” i territori».
“Abitare la città” e “ExpoArteItaliana” saranno altri due eventi che si svolgeranno in collaborazione con Design For Food. La prima a Mariano Comense, la seconda a Varedo. La qualità del made in Italy, passa dunque per tutto il territorio e non solo per le grandi città. Il senso della collettività è più forte in provincia che nei grandi centri urbani? È da qui, a suo avviso. Che occorre ripartire per arrivare a dare sostanza al grande tema del vivere in modo sostenibile?
«Nei territori e nelle province c’è sicuramente un forte senso di equilibrio tra sviluppo e tradizione, tra innovazione e attività tramandate nel tempo. E’ da questo equilibrio che bisogna ripartire per pensare un concetto di sviluppo sostenibile».
Passiamo ora alle risposte date dall’assessore Figini:
Dr. Figini, la prima edizione di ExpoArteItaliana Mostra/Convegno, curata dal Prof. Vittorio Sgarbi, si inserisce nel più ampio contesto dell’iniziativa Design For Food che ha come obiettivo quello di rilanciare la Piazza Urbana come centro di dialogo, sperimentazione e fucina di nuove idee per il bene della comunità. Non è un po’ una sfida al mondo virtuale di Internet?
«Infatti lo è. Sia chiaro, non voglio essere passatista. Ma oggi viviamo di fatto in una realtà che ha perso un po’ del suo senso umano. Ci si parla su Facebook e poi magari quando ci si incontra per strada si cambia percorso perché non si ha voglia di perdere un po’ di tempo ad ascoltare l’altro. Viviamo a fianco di vicini di casa di cui non conosciamo neppure il nome. Il riscoprire la comunità è invece un elemento chiave per ridare umanità alle nostre città, ai nostri quartieri. E se questo passa dalla scoperta del bello, che è parte integrante del nostro patrimonio culturale, tanto meglio».
Come è nata questa iniziativa e come si prepara il comune di Varedo a vivere questo evento?
«E’ nata nell’ambito del progetto Expo Belle Arti di Regione Lombardia, curato dal professor Vittorio Sgarbi. Il concetto cardine del progetto era quello di valorizzare il patrimonio artistico e culturale dei territori nei sei mesi di Expo, per portare i turisti anche stranieri a scoprire i nostri meravigliosi gioielli. Il fatto che Villa Bagatti Valsecchi faccia parte di questo circuito è una cosa che ci riempie di orgoglio, perché ci siamo impegnati tanto per arrivare a questo risultato. Volevamo che Villa Bagatti fosse portata all’attenzione della comunità culturale italiana. Ci siamo riusciti».
Quali saranno i temi principali della prima edizione di ExpoArteItaliana?
«Un tema sarà quello di promuovere il talento dei giovani artisti. Il talento e il genio sono del resto una delle caratteristiche peculiari dell’italianità e sono il talento e il genio che possono aiutarci a uscire dalla difficile situazione economica in cui ci troviamo a muoverci. Pensando ancora a Expo, uno dei temi di Padiglione Italia è proprio “la potenza del limite”, il limite che incita a trovare soluzioni per superarlo, uno dei motivi frequenti della nostra storia».
Design, buon cibo e arte sono certamente delle eccellenze italiane. È pensabile oltre che auspicabile che la sinergia tra questi tre pilastri della nostra cultura possa dare nuovo impulso alla crescita del nostro Paese?
«Torno a quanto dicevo prima. Se la nostra qualità principale fosse la precisione, non saremmo italiani. La nostra qualità principale è la genialità, la creatività. Design, arte e gastronomia ne sono un esempio. E’ con la qualità che possiamo risollevarci e visto che in questi settori siamo eccellenti è giusto puntare su di essi».
Nelle vostre intenzioni c’è quella di rendere questo evento a cadenza annuale?
«C’è sicuramente l’intenzione di dargli una cadenza fissa, che sarà biennale. Un evento così non poteva essere semplicemente una tantum e credo sia giusto impegnarsi affinché possa proseguire nel tempo».
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