Secondo la classifica stilata dall’ONG Trasparency International, che analizza 178 paesi del mondo, l’Italia è al 67° posto nell’indice sulla corruzione.
Il paese, rispetto al 2009, è arretrato di ben quattro posizioni e, rispetto al 2008, di dodici.
Il CPI (Corruption Percepitions Index) è considerato l’indicatore più credibile al mondo per misurare la corruzione del settore pubblico.
Se a questo aggiungiamo che la “Mafia spa”, con un fatturato di 130 miliardi annui ed un utile di 70 miliardi, al netto degli investimenti e degli accantonamenti, si configura come una delle più grandi aziende, in termini di occupazione e di servizi, con un’incidenza sul PIL Nazionale del 6%, insomma il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione cosi caratterizzato assume contorni tristi e nebulosi con ripercussioni gravi e serie sulla collettività.
Il pessimismo imperante, sia sul declino del nostro paese che sull’incapacità nazionale a trovare soluzioni e rimedi, va superato scrivendo il grande piano industriale della nazione. Un master plan che attribuisca priorità al funzionamento della pubblica amministrazione ed alla crescita di aziende sane il cui perimetro segni una zona nella quale legalità, etica e trasparenza siano le determinanti della crescita. L’attuale modello industriale italiano non è più in grado di assicurare lo sviluppo, ed è molto meno competitivo dei nostri vicini franco-tedeschi. Il futuro non è più nell’organizzazione delle braccia ma nell’organizzazione dei cervelli ed è questa la grande battaglia culturale che spetta ai nuovi giovani. Se questo non lo si comprende e si continua ad investire altrove, in direzione ostinata verso politiche desuete e infruttuose saremo in poco tempo ai margini del mondo.
E’ necessario, da subito, che si istauri un rapporto nuovo tra privati imprese e pubblica amministrazione con l’obiettivo di costruire, assieme, progetti le cui ricadute siano di vero beneficio per la collettività e la figura dell’ente assuma un ruolo differente, anche di promozione di uno sviluppo possibile più vicino ai bisogni della gente, più vicina alle istanze delle imprese.
Valentina Sanfelice di Bagnoli
Presidente Giovani Imprenditori di Confapi

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