Nelle ultime settimane è stata più volte sottolineata la scarsità delle informazioni disponibili sul “nuovo PNRR”, nonostante siano trascorsi molti mesi dalla sua entrata in vigore definitiva. Questa mancanza di trasparenza ha reso necessaria la presentazione di una richiesta aggiuntiva di accesso agli atti.
Recentemente, a seguito delle pressioni continue, sono stati pubblicati numerosi dati e relazioni che hanno iniziato a chiarire alcuni aspetti della riconfigurazione del piano voluta dal Governo Meloni, anche se non tutti i dati richiesti sono ancora disponibili.
Tra le recenti pubblicazioni che forniscono maggiori dettagli sul nuovo PNRR, si annovera la relazione della Corte dei Conti. Questo documento contiene numerose indicazioni di grande interesse. Una delle informazioni più rilevanti riguarda il fatto che la revisione del piano non si è conclusa l’8 dicembre scorso, ma è proseguita anche nel 2024, un aspetto che finora era stato trascurato.
La Corte dei Conti conferma inoltre un elemento emerso chiaramente fin dall’inizio: lo spostamento di molti investimenti dalle opere pubbliche, che restano comunque la componente principale, verso incentivi e sgravi fiscali per imprese e privati. Questo cambiamento può accelerare la spesa, ma comporta anche rischi, come la possibile mancata riserva del 40% delle risorse destinate al Mezzogiorno.
Le ulteriori modifiche al PNRR
Un elemento di grande interesse della relazione della Corte dei Conti è la ricostruzione dei passaggi che hanno portato alla richiesta di ulteriore revisione del PNRR. Il 3 marzo 2024, il governo italiano ha inviato alla Commissione Europea una richiesta di modifica del piano, basata sull’articolo 21 del regolamento UE 2021/241, che trova fondamento nelle “circostanze oggettive”.
Le proposte di modifica riguardano 24 misure. Per 23 di queste, l’intervento è giustificato dalla necessità di attuare alternative migliori per raggiungere gli obiettivi originari. L’investimento per i “Partenariati per la ricerca e l’innovazione – Orizzonte Europa” è stato escluso a causa della domanda insufficiente, e le risorse liberate (200 milioni di euro) saranno utilizzate per finanziare altre misure.
Il nuovo investimento, denominato “Accordi di innovazione”, finanzierà almeno 32 progetti di ricerca per sviluppare prodotti, processi o servizi innovativi, in linea con il pilastro II del programma Orizzonte Europa. Alcune misure oggetto di questa revisione erano già state incluse nella revisione del 2023, come la digitalizzazione della giustizia, la riforma della pubblica amministrazione e la gestione dei rifiuti.
Il nuovo quadro degli investimenti
La Corte dei Conti ha analizzato la redistribuzione degli investimenti del PNRR. L’elemento più significativo è l’aumento del peso degli incentivi alle imprese, che passano dal 16,8% al 22,2% del totale degli investimenti, mentre l’importo totale del PNRR è salito da 191,5 a 194,4 miliardi di euro. Questo aumento è principalmente dovuto a nuove misure come i crediti d’imposta del piano Transizione 5.0 e il supporto alla transizione ecologica del sistema produttivo.
Al contrario, c’è stata una riduzione dei lavori pubblici, che ora costituiscono il 41,4% degli investimenti rispetto al 48,1% pre-revisione. Nonostante la riduzione delle risorse, i lavori pubblici restano la voce di spesa più importante del PNRR. Le riduzioni riguardano soprattutto gli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni, e gli investimenti per la rigenerazione urbana.
Inoltre, c’è stato un incremento della spesa per l’acquisto o la realizzazione di servizi, passando al 23,3% degli investimenti, principalmente grazie al rifinanziamento delle politiche attive del lavoro e della formazione professionale.
Il nuovo quadro della spesa
Con la pubblicazione della quarta relazione sullo stato di attuazione del PNRR, sono stati finalmente ottenuti dati aggiornati sul livello di spesa già sostenuta. Al 31 dicembre 2023, l’Italia doveva ancora spendere oltre 150 miliardi di euro, confermando i ritardi accumulati. La Corte dei Conti ha inoltre evidenziato una riprogrammazione della spesa, con una significativa posticipazione dei fondi inizialmente previsti per il periodo 2020-2022.
Nell’ultimo biennio si prevede un recupero della spesa rinviata, con un’accelerazione stimata di oltre 7 miliardi di euro nel 2025 e oltre 8,2 miliardi nel 2026.
fonte openpolis
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