Chi ha letto questa breve nota introduttiva ha molto probabilmente associato i concetti sopra esposti al mercato del far-east (per la concorrenza spietata nei confronti di moltissime imprese), e ad imprese di nicchia (per la caratteristica di avere prodotti inimitabili e che garantiscono quote di mercato non indifferenti). Se così fosse però, non si giustificherebbe la presenza di molte imprese che, magari a fatica, magari impegnandosi su altri fronti e mercati, riescono a resistere alla “crisi” causata da nuovi assetti economici e socio/politici, senza necessariamente possedere tecnologie, prodotti e processi produttivi così complessi o difficilmente imitabili. Al contrario di quanto si possa credere crescono, migliorano e generano profitto più di quanto fossero mai riusciti a fare in periodi antecedenti la crisi. La forte garanzia di successo risiede nel saper guardare all’interno ed all’esterno del contesto aziendale con un occhio critico all’ambiente, snaturato di quella soggettività che spesso comporta ad avere una visione distorta del proprio operato e del mercato di riferimento. Avere la consapevolezza di questo non è una dote, né un requisito naturale di solo alcuni imprenditori; bensì è frutto di un’organizzazione aziendale interna che reputa il monitoraggio ed il miglioramento della qualità dei processi, dei prodotti e dei servizi offerti come dei requisiti indispensabili per valutare le reali aspettative del mercato, sia che esse siano implicite o esplicite. Non sempre è ravvisabile il bisogno di cambiamento, spesso quando si percepisce che occorre innovare, è già troppo tardi per poter operare con la migliore professionalità e competenza possibile. Allora occorre essere in grado di saper anticipare le tendenze, i bisogni delle persone, dell’ambiente, del mercato; per farlo non basta fare ricerche di mercato, ma occorre impostare tutta la propria organizzazione interna affinché questa sia in grado di poter rispondere al meglio, con tempestività e Qualità.
Oggi si sente parlare molto spesso, in ambiente lavorativo, di Qualità, di Certificazioni, di Audit, ecc; soprattutto se ne parla in termini di costi (non d’investimenti), di disagi (non di opportunità), di prassi (non di regole). Eppure la Qualità oggi è un requisito obbligatorio per fare business. Ma cosa vuol dire davvero “fare Qualità”? Oggi purtroppo molte imprese devono ancora percepire questo concetto e non sono disposte ad implementare la Qualità all’interno dei propri sistemi di gestione, rimanendo ancorati a vecchi schemi limitati ad una visione della sola qualità di prodotto e di processo interno. Ciò che molti non riescono a percepire in termini operativi, è che per fare Qualità occorre “Conoscere, Comprendere e Coinvolgere” per sopravvivere a questo mercato, sempre più selettivo ed intollerante. Per rendere questo possibile, non può prescindere un’efficace predisposizione delle organizzazioni aziendali all’analisi dell’ambiente operativo di riferimento, ed alla formulazione delle migliori alternative di risposta al mercato. In
termini pratici (cioè di profitto per un’impresa), la Qualità serve in tutto questo, perché se ben sviluppata fa percepire le lacune di un’organizzazione, offre spunti di miglioramento, coinvolge le persone interessate, mantiene attive le imprese nel mercato garantendo loro una sempre pronta disponibilità ai cambiamenti repentini, alle svolte di processi/prodotti e ad un successo durevole per il mantenimento della propria “vision” aziendale. Lo sguardo attento ad un mercato sempre più difficile è rigoroso ed indispensabile per poter operare con successo. Occorre scoprire ed interagire con l’ambiente esterno, per non “perdere il passo” e la Qualità, non del prodotto, ma dell’azienda.
Saper andare oltre a questi concetti di puro carattere teorico, vuol dire comprendere che ”Fare Qualità” oggi è un investimento per il futuro, perché garantisce opportunità di successo ed un miglioramento continuo delle regole; questo non perché necessariamente lo richiedano le norme di adesione ai Sistemi di gestione, bensì perché conviene alle imprese implementarle nell’ottica di chiarezza, ottimizzazione dei propri processi e correttezza nei confronti di tutti gli stakeholder interessati.
La Qualità non può essere solo percepita, sviluppata e mantenuta da una sola impresa, ma deve interessare l’intero sistema di cui l’impresa stessa ne fa parte. Partendo infatti dal presupposto che un processo di produzione non interessa l’azienda in sé, ma l’intera catena di fornitura, il bisogno di monitorare e mantenere attivi i rapporti con potenziali clienti e fornitori è importante per poter fornire un supporto valido e garantire Qualità in senso molto più ampio. Ed è proprio per questo che occorre specializzare la propria competenza anche in attività che vanno ben oltre i requisiti di organizzazione aziendale, ma che al tempo stesso li contemplano e danno un valore aggiunto se ben sviluppati e supportati. Spesso collaborare con aziende pienamente coinvolte in settori ad alto livello industriale garantisce la perseguibilità dei migliori risultati, sia nell’ambito del prodotto offerto, sia nell’ambito del prodotto ricercato. Anche la formazione, l’addestramento e il miglioramento continuo devono essere mantenuti attivi cercando di collaborare con centri di ricerca, università ed associazioni di imprese. Non bisogna mai sottrarsi dal trasferimento del proprio know how nei confronti dei propri clienti, nonostante questo possa essere reputato un fattore critico di successo, e dei propri fornitori, attraverso un’efficace distribuzione delle informazioni all’interno dell’intera Supply Chain Management.
Il ruolo del consulente spesso aiuta nel fare Qualità. Occorre saper costruire le migliori competenze per trarre il massimo da un mercato fortemente rivoluzionario, competitivo, in cui l’impresa meglio organizzata, veloce e pronta ai cambiamenti repentini vince. Il miglioramento continuo per il mantenimento di competenze di alto livello non deve essere un requisito solo teorico, ma deve trasferirsi nella quotidianità pratica: non è facile, ma come ogni cosa non è
neanche impossibile. Avvalersi di un supporto esterno, da cui ottenere una consulenza avente una visione più oggettiva della realtà di impresa, può sicuramente essere d’aiuto. Se poi questo supporto esterno offre competenze di alto livello nell’ottica non solo dell’insegnamento, ma anche della collaborazione, ancora meglio. L’importante è essere sempre pronti al confronto, alla partecipazione attiva a nuovi progetti ed alla messa in campo di competenze
qualitativamente elevate, garanzia di successo.
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