E chi non ne ha sentito parlare?
Il 29 dicembre dello scorso anno è entrata definitivamente in vigore la nuova Direttiva Macchine dell’Unione Europea, che ha introdotto alcune importanti novità per l’organizzazione del lavoro e la sicurezza, costituendo un momento significativo di verifica sulle reali potenzialità di un allineamento internazionale.
A tal proposito, si è parlato tanto in questi mesi di obbligo di legge, di cavilli e burocrazia. Non abbastanza, invece, del fatto che questa normativa risponde, in primo luogo, a un’esigenza di sicurezza sempre più condivisa e diffusa, sia per le macchine globalmente considerate, sia per i singoli elementi, a cominciare da quelli elettrici.
Ancora meno si è disquisito sulle potenzialità della Direttiva in termini di business e di vantaggi competitivi che la sua corretta applicazione – c o r r e t t a – può portare ad un’azienda.
Ma andiamo per gradi.
Cosa c’è da sapere
In estrema sintesi, la Direttiva Macchine stabilisce le norme che devono rispettare le macchine affinché possano essere immesse sul mercato dell’Unione Europea. Essa nasce con l’intento di concepire la sicurezza delle macchine come parte integrante della funzionalità delle macchine stesse e come obiettivo da perseguire già in sede di progetto attraverso l’analisi dei rischi.
Cosa è cambiato (alcuni punti)
Rispetto alla normativa precedente, è stato introdotto l’obbligo di marcatura per le cosiddette “quasi macchine”, intese come strutture in grado di operare senza l’apporto diretto di un motore, e anche per nuovi strumenti e attrezzature come gli ascensori da cantiere e i mezzi di sollevamento (catene, freni, cinghie). Lo stesso vale per gli apparecchi portatili a carica esplosiva. Sono quindi sempre di più e settori e le tipologie di aziende su cui impatta la Direttiva.
È stata introdotta una scadenza di validità per le certificazioni, indicata nel quinquennio dalla data del rilascio.
Per quanto riguarda le procedure, è previsto l’obbligo di riportare la documentazione sulle valutazioni dei rischi in tutto l’iter progettuale della macchina, oltre alla possibilità di operare nel nuovo regime della “Garanzia di qualità completa”. Ciò si traduce in un sistema integrato di progettazione, fabbricazione, ispezione finale e verifica operativa, approvato da un Organismo notificato.
Un’altra prescrizione importante riguarda il ritiro delle macchine “potenzialmente pericolose”.
Non mancano novità per le sanzioni.
I vantaggi
La corretta applicazione della Direttiva Macchine consente sì di ottemperare a un obbligo di legge e non incorrere sanzioni, ma ancor più rappresenta una preziosa opportunità di guadagnare un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti, a partire dall’integrazione dei processi aziendali.
Perché?
– Ottimizza le attività e i costi relativi agli adempimenti di legge
– Riduce i costi non prevedibili derivanti da infortuni
– Aumenta la competitività sul mercato europeo con opportunità di partnership e joint-venture
– Consente di utilizzare la sicurezza dei propri prodotti e la qualità della documentazione tecnica come importante strumento di marketing
In altre parole, la corretta – e ripetiamo ancora una volta a chiare lettere corretta – applicazione della Direttiva Macchine risponde alla crescente esigenza delle imprese di sostenere una competitività fortemente minata dalla concorrenza ed è un’occasione per innovare, per rivedere attività ordinarie con un “cappello nuovo”.
Cosa fa Centro Servizi P.M.I.
Conoscendo gli obblighi e i vantaggi che la nuova Direttiva Macchine porta con sé e cogliendo gli input delle imprese, Centro Servizi P.M.I. ha progettato una “valigia degli attrezzi”, un “kit Direttiva”.
Il Kit Direttiva è un mix di formazione e consulenza, finalizzato, da un lato, a trasferire i contenuti necessari per ottemperare all’obbligo di legge e, dall’altro lato, a mettere in evidenza gli aspetti della Direttiva “sfruttabili” a proprio vantaggio come plus competitivo.
L’efficacia del kit è data sia dalla combinazione di formazione tecnica e assistenza in azienda, ma ancor più dalla flessibilità del progetto, che consente di combinare liberamente i contenuti a seconda delle proprie specifiche esigenze, rivolgendo gli interventi a più target al proprio interno: progettisti, responsabili acquisti, responsabili coinvolti nella pianificazione strategica, tecnici che gestiscono la relazione con la clientela.
La Direttiva Macchine, lo abbiamo in parte già detto, deve essere occasione di integrazione dei processi.
Il “Kit Direttiva” di Centro Servizi P.M.I.
Sono 8 gli “strumenti del mestiere” per gestire la Direttiva Macchine a regola d’arte, ottemperando all’obbligo e contemporaneamente beneficiando concretamente dei vantaggi:
– tre (inziative 1, 2 e 3) garantiscono la formazione di base necessaria a conoscere la Direttiva Macchine e le procedure/gli strumenti per ottemperare agli obblighi di legge;
– tre (iniziative 4, 5 e 6) forniscono un approfondimento sulla Direttiva Macchina, consentendo di guadagnare vantaggi competitivi sui concorrenti
– uno (iniziativa 7) trasferisce competenze non standard, sensibilità e abilità grafiche per distinguersi con prestigio sul fronte della manualistica tecnica e per tradurre il lessico tecnico in un linguaggio comprensibile all’utilizzatore finale
– uno (il check up) esamina la documentazione tecnica presente in azienda e restituisce una relazione con gli esiti ed eventuali suggerimenti correttivi.
Per informazioni:
Centro Servizi P.M.I. – Marco Montini
Tel. 0522 267711
E-mail: marcomontini@cspmi.it

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