Prendere l’acqua sul serio per cogliere nuove opportunità e arginare le possibili e incombenti minacce riguardo la disponibilità, in un futuro sempre più prossimo, di questa preziosa risorsa. Questo, in sintesi, l’invito che il Programma di Valutazione delle Risorse Idriche Mondiali delle Nazioni Unite (World Water Assessment Programme, UN WWAP), al cui Segretariato Unesco è affidata la pubblicazione triennale del Rapporto sullo Sviluppo delle Risorse Idriche mondiali, rivolge nella sua quotidiana attività di monitoraggio a governi, società civile e settore privato, affinché le loro politiche e le loro decisioni riguardanti l’acqua favoriscano uno sviluppo economico e sociale sostenibile a livello locale, nazionale e mondiale.
Nato nel 2000, con sede prima a Parigi e dal 2008 a Perugia, il WWAP sintetizza efficacemente l’impegno delle Nazioni Unite a mettere in campo competenze e strumenti necessari a una più puntuale conoscenza dei processi, delle pratiche di gestione e delle politiche in grado di migliorare l’approvvigionamento, la qualità e l’uso sostenibile delle acque dolci.
“La crisi dell’acqua – si legge in una nota del WWAP – è reale e sarà presto ben più grave di quanto si pensi. L’acqua è una risorsa complessa. E’ al tempo stesso un bene sociale, ambientale ed economico: il suo valore è una combinazione dei tre. La dimensione sociale vuole che si riservi un’attenzione particolare all’equità, la dimensione ambientale guarda alla sicurezza mentre quella economica si concentra sull’efficacia nella gestione e nell’utilizzo dell’acqua”. Il messaggio quindi è estremamente chiaro: queste tre dimensioni devono dialogare tra loro, remare tutte nella stessa direzione e agire in un’ottica di sistema all’insegna di obiettivi comuni.
Tra i destinatari del WWAP quindi non possono mancare le imprese che nell’ambito del Terzo rapporto sullo Sviluppo delle Risorse Idriche mondiali, intitolato “L’acqua nel mondo che cambia” e presentato il 16 marzo 2009 a Istanbul, sono state oggetto di specifici messaggi appositamente destinati ai business leaders. Per molte aziende l’acqua rappresenta infatti, a tutti gli effetti, una materia prima. La scarsità e l’inquinamento delle risorse idriche possono quindi limitare seriamente sia la competitività delle imprese che il potere di acquisto dei consumatori, con un pesante impatto sullo sviluppo economico, locale e globale.
Sintetiche ma assolutamente eloquenti le domande che il WWAP rivolge agli imprenditori: La vostra azienda avrà acqua a sufficienza per continuare a funzionare? I vostri clienti disporranno di acqua a sufficienza per continuare a utilizzare i vostri prodotti o servizi? Cosa può fare la vostra azienda per ridurre o alleggerire gli effetti della penuria di acqua o per adattarsi ai mutamenti in corso? Siete pronti ad affrontare questi cambiamenti o sarete presi alla sprovvista? Ci sono nuove opportunità che le vostre imprese possono cogliere?
Come fa notare il WWAP le principali decisioni che impattano sull’acqua non sono prese da specialisti o esperti di questa risorsa ma sono soprattutto i titolari di impresa, i governatori di Stati o Regioni, i consumatori e l’intera società civile che, in base ai loro indirizzi e comportamenti, possono decidere di migliorare o di aggravare ulteriormente la situazione. In questo senso vanno le scelte che ciascun imprenditore quotidianamente è chiamato a fare riguardo il funzionamento dei propri processi produttivi, la responsabilizzazione dei propri lavoratori, il modo di fabbricare prodotti o far funzionare macchinari.
“E probabile – mette in guardia il WWAP – che le pressioni costanti sull’approvvigionamento e la depurazione dell’acqua faranno aumentare significativamente il costo di questa risorsa, probabilmente fino a oltre venti volte il suo prezzo attuale e a un tasso superiore a quello dell’inflazione, guardando tra i dieci e venti anni a venire”. Ed è proprio qui che si intravedono per le imprese interessanti opportunità di business: nel vasto potenziale di innovazione necessario a scendere in campo con nuovi prodotti, processi e con nuove soluzioni in grado di far fronte alla crisi dell’acqua.
La tutela delle risorse idriche, quindi, intesa non solo come vincolo ma anche e soprattutto come opportunità. Una sfida, anche imprenditoriale, per incrementare l’efficienza nell’impiego di acqua che può contare, nel nostro Paese, su un indotto tecnologico indiscutibilmente capace di competere sui mercati globali. Si pensi a tute quelle eccellenze imprenditoriali che in Italia producono pompe, depuratori, rubinetteria etc. Ma non è tutto, la lotta agli sprechi infatti unisce innovazione tecnologica a un cambiamento nella cultura dei processi produttivi. Basti pensare a realtà aziendali, sempre più numerose, che hanno già implementato buone pratiche di recupero, riutilizzo dell’acqua e abbattimento degli sprechi, con evidenti vantaggi in termini di riduzione dei costi e aumento della redditività.
In sintesi: si scrive responsabilità, si legge sostenibilità e vantaggio competitivo.
Daniela De Paolis
Confapi Perugia
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