Una volta emesse, le sostanze inquinanti possono rimanere a lungo nell’atmosfera. La concentrazione di gas serra nell’aria è infatti in progressivo aumento e nel 2021 ha raggiunto, secondo la European environmental agency (Eea), le 472 parti di co2 equivalente per milione. I gas serra sono particolarmente pericolosi perché trattengono il calore e così causano l’aumento delle temperature, il quale a sua volta ha effetti devastanti sul pianeta e gli ecosistemi che lo popolano.
Tra i vari gas serra, è stato particolarmente visibile l’aumento della concentrazione in aria del metano. Nell’era pre-industriale se ne rilevavano meno di mille parti per miliardo, mentre negli ultimi anni si sono sfiorate le 2mila. Si tratta di un gas molto pericoloso, che resta nell’atmosfera per tempi più brevi rispetto alla co2 ma con un impatto molto più dannoso. Da solo, è responsabile per il 30% dell’attuale innalzamento delle temperature.
Oltre ad avere un impatto negativo sugli ecosistemi e sulla salute umana, queste sostanze hanno un effetto a lungo termine sul pianeta. Infatti, causano il trattenimento del calore all’interno dell’atmosfera (il cosiddetto effetto serra) e conseguentemente provocano l’innalzamento delle temperature. Fenomeno che a sua volta sconvolge gli equilibri degli ecosistemi ed è una delle principali dinamiche dei cambiamenti climatici.
La concentrazione di gas serra aumenta costantemente
Negli ultimi 40 anni la concentrazione di gas serra nell’atmosfera ha registrato un incremento costante. Nel 1980 era pari a circa 316 parti per milione di co2 equivalente (e prima del 1975 era inferiore ai 300), mentre nel 2020 ha superato le 472 parti per milione. Parti per milione (in inglese parts per million, da cui l’acronimo ppm) è un’unità di misura che rappresenta una quantità rispetto a un totale.
Ad aumentare è soprattutto il metano
Diversi gas serra hanno diversi comportamenti in atmosfera. L’anidride carbonica per esempio è caratterizzata da vita molto lunga (secoli) mentre il metano resta per tempi più brevi (circa 12 anni), ma in quel tempo risulta molto più dannoso. Contribuisce infatti alla formazione di ozono troposferico ed è un gas serra molto potente. Oltre ad essere un inquinante pericoloso che ogni anno nel mondo causa circa un milione di morti premature.
Il gas serra più presente nell’atmosfera è la co2, la cui concentrazione ha raggiunto nel 2018 (l’ultimo aggiornamento dell’Eea) le 408 parti per milione. Anche il protossido di azoto (no2) è presente in quantitativi elevati, pari a 330 parti per miliardo nel 2017. Tuttavia l’aumento più notevole negli ultimi decenni è quello registrato dal metano.
Negli anni è aumentata la concentrazione di tutti i principali gas serra. Tuttavia l’incremento è particolarmente visibile nel caso del metano, passato da meno di mille (nel periodo pre-industriale) a quasi 2mila parti per miliardo. Come rileva Copernicus, nel 2021 siamo arrivati a 1.876 particelle per miliardo, il record degli ultimi 800mila anni. Secondo l’agenzia internazionale dell’energia (Iea), questo gas ha un ruolo molto rilevante nell’innalzamento delle temperature.
Il metano costituisce una sfida dal punto di vista scientifico perché è difficile da rimuovere chimicamente. Inoltre proviene da molte fonti diverse: intorno al 60% deriva dalle attività antropiche, soprattutto dalle emissioni dei ruminanti negli allevamenti, ma anche dai rifiuti, dalle industrie e dalle miniere di carbone. Ma sono molte anche le cause naturali, in primis il rilascio delle zone umide.
Ancora non c’è un vero e proprio consenso nella comunità scientifica sul perché il metano nell’aria sia aumentato così tanto, ma è evidente che è una questione cruciale nella tutela dell’ambiente. Soprattutto, limitare le emissioni di metano porterebbe a risultati molto visibili, dato l’impatto che ha.
fonte openpolis
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