Cosa c’è dietro l’energia che consumiamo?
Aderire al progetto “Adotta una centrale”: un modo che ciascuno ha per migliorare l’ambiente.
Forse non tutti sanno che l’energia elettrica che tutti i giorni consumiamo nelle nostre case proviene per più del 60% da fonti fossili. L’energia è un bene prezioso e da essa dipende in gran parte il nostro benessere; purtroppo in questi ultimi decenni abbiamo basato il nostro sviluppo su fonti di energia quale il petrolio, il gas ed il carbone che hanno avuto conseguenze devastanti sull’ambiente, creando inquinamento, cambiamenti climatici, guerre per l’approvvigionamento dei combustibili fossili, concentrazione di potere e di ricchezze nelle mani di pochi. Inoltre il ritmo forsennato con cui abbiamo consumato i combustibili fossili ci ha portato molto vicino alla loro rarefazione ed alla necessità di trovare un modo per sostituirli. Dobbiamo quindi pensare ad un cambiamento dei nostri stili di consumo dell’energia e questo cambiamento, se gestito correttamente, può anche essere piacevole.
Queste premesse sono alla base del lavoro portato avanti da TERREdiLAGO, la Rete di Economia Solidale del Luinese (www.terredilago.it) che, in collaborazione con il Distretto di Economia Solidale di Varese (www.des.varese.it), sta proponendo nuovi modelli di gestione del bene comune “energia”, attraverso processi che coinvolgono direttamente i cittadini, i territori, le comunità locali puntando sulle energie rinnovabili.
Partendo dalla logica dei GAS (Gruppi di acquisto solidale) ci si è chiesti se noi consumatori possiamo scegliere la fonte di energia con cui viene prodotta l’energia elettrica che consumiamo: dobbiamo necessariamente consumare energia prodotta da centrali a carbone o a gas o a petrolio o possiamo chiedere che una quantità pari all’energia elettrica che consumiamo sia immessa nella rete elettrica da fonti rinnovabili. A questa domanda il mondo dell’economia solidale ha dato una riposta convincete: si può acquistare energia prodotta da fonti rinnovabili utilizzando la convenzione che l’associazione CO-Energia (di cui danno parte i principali Distretti di Economia Solidale) ha stretto con TRENTA, la società di vendita di energia elettrica del gruppo DOLOMITI ENERGIA.
Ma si può fare molto di più ovvero riappropriarci del bene comune “energia” diventando comproprietari di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile realizzando così un processo di “democratizzazione” del bene “energia”. Un esempio di questo processo sta avvenendo nel Varesotto con il progetto “Adotta una centrale” volto alla riattivazione della micro-centrale di Rancio Valcuvia. Nel 1924 una donna, Giuseppina Velati, titolare dell’opificio Velati in Rancio Valcuvia pensò di produrre energia elettrica per i suoi macchinari utilizzando l’acqua del fiume Rancina che attraversa il paese; costruì quindi una centrale idroelettrica che fu poi dismessa negli anni ’40 dopo un’accesa diatriba con il podestà del Brinzio sul diritto di utilizzo dell’acqua che rappresenta un interessante pezzo di storia di quei tempi. Oggi questa micro-centrale, che è in stato di abbandono, sta per essere riattivata grazie ad uno strumento dell’economia solidale che è l’azionariato popolare ovvero gruppi di cittadini si riuniscono in una cooperativa (Cooperativa Retenergie – www.retenergie.it) e, dando ciascuno un piccolo contributo, finanziano la ricostruzione e la gestione della micro-centrale. Dal punto di vista dell’impatto ambientale occorre evidenziare che si tratta di un ripristino di un’opera esistente senza creare effetti negativi sull’ambiente e mantenendo un deflusso adeguato di acqua nell’alveo naturale. Il progetto ha anzi un impatto positivo perché in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Rancio verrà attivato un percorso didattico sull’energia che consentirà ai ragazzi delle scuole di “camminare” lungo il tragitto che fa l’acqua dall’opera di presa fino alla turbina, per capire come si trasforma l’energia, ricordando loro che l’energia più pulita è quella che non consumiamo migliorando l’efficienza energetica degli impianti e modificando i nostri consumi.
Unire le comunità per riattivare una micro-centrale idroelettrica per produrre energia in modo pulito è un esempio concreto di partecipazione popolare e dimostra che, se si vuole, si può cambiare un sistema che tende a togliere i beni comuni come l’energia e l’acqua al controllo delle popolazioni. Per aderire a questo progetto non occorre donare dei soldi; occorre avere una diversa sensibilità nella gestione dei propri risparmi dedicandone una piccola parte in investimenti socialmente utili che comunque possono dare interessi anche superiori ai normali investimenti ma che sicuramente fanno bene alle comunità ed all’ambiente in cui queste comunità vivono.
Chi vuole partecipare al progetto “Adotta una centrale” può scrivere a energia@terredilago.it o documentarsi sul sito www.terredilago.it.
Gianfranco Malagola

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